L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Prezzo minimo ultimi 30 giorni: 6,00 €
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2015
Promo attive (1)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una ventina d’anni fa lessi un dotto pamphlet di Giorgio de Marchis su un’opera di Vittore Carpaccio (Il pittore, l’umanista e il cagnolino) e rimasi colpito dalla interpretazione illuminata del quadro, basata anche su numerosi riferimenti dotti che l’artista aveva disseminato nel quadro. Oggi leggo con grande piacere questa monografia di Sgarbi (in realtà di pubblicazione anteriore), altrettanto colta e condotta con rigore filologico, che offre una panoramica delle principali opere di Carpaccio, in gran parte conservate nei musei veneziani. Carpaccio, scrive Sgarbi, “è certamente il pittore più colto e intellettuale del Quattrocento veneziano, il più “letterato” e il più umanista dei pittori veneti che precedono Giorgione”, che introduce nell’arte del suo tempo la ricerca di una rappresentazione quasi teatrale, come impostata su scenografie. In tal senso “Carpaccio dà rigore alla fantasia, rende verosimile l’irreale, costruendo spazi reali con paesaggi e architetture inventate oppure, in altre circostanze, dando una sostanza onirica e visionaria a citazioni di architetture reali”. Inoltre, “lo spirito dominante della poetica figurativa di Carpaccio è individuabile in una calcolata ricerca di “immobilizzare” i personaggi della rappresentazione al culmine della loro azione”: è il “recitar dipinto”, il teatro in pittura a costituire l’anima più autentica dell’immagine. Insomma, una lettura umanista e raffinata di un pittore che ha lasciato capolavori come il ciclo di sant’Orsola le Storie di san Giorgio.
Ci sono almeno quattro buone ragioni per leggere questo bel libro. 1. Imparare che la parola "carpaccio", oggi nota a tutti perché dà il nome a un piatto di carne o di pesce serviti crudi e a fettine, deriva dal cognome di un pittore che fu amato nella propria epoca (visse tra il 1460 circa e il 1526), ma è oggi poco noto. 2. Gustarsi la prima sezione del libro, nei cui due capitoli ("Il tempo di Carpaccio", pp. 7-23, e "L'arte di Carpaccio", pp. 25-98) l'autore ricostruisce minuziosamente la vita e l'evoluzione stilistica del pittore, inserendole nel contesto storico nel quale si è svolta, cioè la Repubblica di Venezia tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. 3. Centellinare la seconda sezione del libro, nella quale per oltre 120 pagine lo storico dell'arte passa in rassegna in ordine cronologico i ventotto quadri più significativi della produzione pittorica di Vittore Carpaccio, accompagnando ogni scheda con delle stupende riproduzioni fotografiche ora dell'intero dipinto ora di un suo dettaglio curioso. 4. Abbandonare il trito e ritrito luogo comune secondo il quale Sgarbi sarebbe solo una specie di fenomeno da baraccone e di strillone televisivo. Chiunque abbia provato a leggere anche soltanto uno qualsiasi dei suoi numerosi libri di storia dell'arte o abbia avuto la fortuna di assistere a una sua conferenza o lezione magistrale lo sa già benissimo, ma purtroppo troppi non lo hanno ancora fatto. Dunque buona lettura, capre! "Pensare che Carpaccio sia stato un semplice illustratore vuol dire fraintendere l'intima essenza della sua arte narrativa, governata da un'immaginazione che non trascende mai i limiti di una ragione vigile e "metodologica". Carpaccio, insomma, dà rigore alla fantasia, rende verosimile l'irreale, costruendo spazi reali con paesaggi e architetture inventate oppure, in altre circostanze, dando una sostanza onirica e visionaria a citazioni di architetture reali." (pp. 31-32) Vittore Carpaccio (1460 circa - 1526)
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore