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Il castello. Ediz. integrale - Franz Kafka - copertina
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castello. Ediz. integrale

Descrizione


L'ultimo romanzo, incompiuto, di Kafka, la cui stesura ebbe inizio nel gennaio 1922 (l'autore non ha ancora quarant'anni e ne mancano due alla morte per tubercolosi faringea) e proseguì fino al settembre dello stesso anno. Non esiste una versione definitiva dell'autore che anzi dispose che il manoscritto fosse distrutto. Più che un romanzo "Il castello" si può definire un insieme di frammenti in cui il personaggio K., arrivato a un non-luogo, un misero villaggio immerso nel freddo, tenta di avvicinarsi alla meta, il Castello appunto. Sono frammenti di "vuoto", "stanchezza", "solitudine", presentimenti di una non-vita che attende l'autore nei meandri dell'ultima meta.
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Dettagli

2017
Tascabile
2 gennaio 2017
256 p.
9788822700568

Valutazioni e recensioni

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gwynplaine
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più di 5 anni sono passati dalla lunga analisi che precede queste mie poche righe. se il bravo commentatore dovesse capitare da queste parti di nuovo, potrebbe cortesemente illuminarmi sul significato della parola "plazhsqai"? (chiedo perdono in anticipo per la mia ignoranza) posso solo aggiungere che ho ri-letto IL CASTELLO pochi mesi fa, e che non provavo certe emozioni dalla lettura dei Karamazov... e che Delitto e Castigo mi è sembrato (ri-leggendolo poco prima del castello) mezzo gradino più in basso... ma naturalmente qui non parla l'esegeta, non sono altro che sensazioni... assurde

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Andrea Aliferopulos
Recensioni: 5/5

Che Franz Kafka fosse un autore difficile - difficile da leggere come da comprendere - , lo sapevo fin dall'inizio, sebbene non avessi mai intrapreso la lettura di alcuna sua opera prima de "Il castello". Vi assicuro però che è parimenti, se non oltremodo difficile immaginare la mia attuale condizione, ora che ho terminato la lettura di questi venticinque capitoli così affascinanti e paradossali. Di una cosa sono certo: che il romanzo è, per dirla con un termine inglese intraducibile in italiano, "disturbing", "very much disturbing". Non posso pertanto promettervi l'accurata profondità della mia analisi, e neanche l'assoluta correttezza della stessa, dato che il romanzo mi pare talmente complesso, così vicino all'indecifrabile da disilludermi fin da ora da certe e onnicomprensive soluzioni. Ma andiamo all'analisi vera e propria. Una caratteristica che salta subito agli occhi, anche al lettore meno critico, è la monotonia di fondo che pervade l'intero romanzo. Se si dovesse giudicare coi criteri pirandelliani della prefazione ai "Sei personaggi", si direbbe che "Il Castello" è un romanzo puramente "filosofico", mai "storico". La trama praticamente non esiste. Un po' come i beckettiani Vladimiro ed Estragone, K., il principale personaggio, si ritrova non si sa come e non si sa quando a dover svolgere in un villaggio gelido e paradossale l'attività di agrimensore, assegnatagli dal fatidico “Castello”, a cui il villaggio stesso è sottomesso. Queste le premesse. Immediatamente però, per K. cominciano le ostilità che segnano la reale natura di quello che inizialmente poteva sembrare un qualsiasi romanzo e che nello stesso tempo gli caricano la molla per quell'incessante e assurdo plazhsqai che non avrà più termine. E' proprio in questo vagare che K. intraprende con gli abitanti del villaggio quei dialoghi che costituiscono l'essenza del romanzo. Dialoghi assurdi, assurdi come il romanzo. Ma non nel senso beckettiano della parola. Innanzi tutto per le differenti caratteristiche dei due "assurdi": all'"assurdo pur

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Conosci l'autore

Franz Kafka

1883, Praga

Franz Kafka è stato uno scrittore boemo di lingua tedesca. Viene ricordato come uno scrittore che è stato capace di influenzare la letteratura e l'immaginario del mondo intero. Figlio di un agiato commerciante ebreo, ebbe col padre un rapporto tormentato, documentato nella drammatica "Lettera al padre" (1919). Il fidanzamento con Felice Bauer, interrotto, ripreso, poi definitivamente sciolto, la relazione con Dora Dymant, con cui convisse dal 1923, testimoniano l'angosciata ricerca di una stabilità sentimentale che non fu mai raggiunta. Intraprese lo studio della Giurisprudenza, si laureò nel 1906 e si impiegò in una compagnia di assicurazioni. Malato di tubercolosi, soggiornò per cure a Riva del Garda (1910-12), poi a Merano (1920) e, da ultimo, nel...

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