Le famiglie del paese che nel 1700 era inserito nella provincia della Capitanata di Bovino (oggi provincia di Foggia). Il testo descrive la società di Castelpagano nella metà del Settecento attraverso lo studio analitico del suo Catasto Onciario, voluto da Carlo di Borbone per tutto il Regno di Napoli, passando in rassegna tutte le famiglie, i cognomi, i toponimi, i mestieri, le professioni e gli istituti religiosi di tale comunità in quel periodo, come se si osservasse "una fotografia scattata all'epoca". Sempre negli atti notarili del Paolucci, troviamo altre importanti notizie circa personaggi e famiglie di Castelpagano agli inizi del XVIII secolo. In un atto del 12 ottobre 1729, intitolato Università della Terra di Castelpagano, attestato a' suo favore, si recarono dal regio notaio i castelpaganesi mastro Francesco Pizzuto, Nicola di Antonio Panaggio, mastro Alessandro Iachiara, Nicola Grambone, Francesco di Ambrosio Caruso, mastro Giuseppe Spallone, Rosario Penna, mastro Berardino Pagliuca, Nicola di Francesco del Grosso, Giovanni Matteo, Giuseppe di Fiore, Pietro Ricchetto, Nicola di Angelo Panaggio, Antonio Rollo e Giuseppe Stefanuccio, per attestare che il 9 ottobre 1729, alla presenza del luogotenente notar Domenico Antonio de Mattheis, in pubblica piazza erano stati eletti il Sindico dottor signor Domenico Antonio di Stefano, il capo eletto mastro Agostino Grambone, il secondo eletto Donato Colacrai, il terzo eletto mastro Francesco Caruso e il quarto eletto mastro Antonio Caruso, scelta contestata violentemente da Giuseppe Carolla, erario del duca, il quale voleva mastro Alesio Pizzuto per Sindico. Nello stesso atto viene citato il Reverendo Signor Don Giulio Nista, cappellano dell'Illustre Duca. In un altro atto, sempre sulla questione dell'elezione del sindaco di Castelpagano e intitolato L'Università della Terra di Castelpagano, e per essa il Magnifico Domenico Antonio di Stefano Sindico, atto pubblico a' suo favore, datato 1° novembre 1729, presso il regio notaio Paolucci si presentarono Niccolò Nista, Filippo del Grosso, Niccolò Grambone, Giulio Caruso, Prudenzio Minicuccio, Giovanni di Pietro Nista, Niccolò Minicuccio, Domenico Minicuccio, Emilio Barone, Giovanni di Gismondo Nista, Giovanni di Niccolò Nista, Giuseppe di Corvino, Giuseppe Caruso, Lonardo Caruso, Tomaso Ferrone, Domenico Colacrai, Giuseppe di Nicol'Antonio Caruso, Domenico di Francesco Panaggio, Domenico di Giuseppe Pizzuto, Pasquale di Lauro, Giulio Cricco, Domenico Robbertone, Niccolò di Angelo Panaggio ed Angelo Caruso, per raccontare l'accaduto ed attestare la legittimità dell'elezione del sindaco di Stefano. Nel rogito si menzionano: Gaetano Majello affittatore della taverna dell'Ilustre Duca, Giulio Rollo, Angelo Corvino e Nicola Cricco che da molto tempo mancano da questa Terra e non vi si ritrovano presenti in detto atto, come presentemente sono fora di questa loro Padria atteso il Corvino, e Rollo sono nella Defensa di Selvapiana ad abbarrare parchi, Nicolò Cricco al servizio delle pecore dell'Illustre Signor Principe di Troja, Pio di Pinto, Lorenzo Majello, Michele Matteo, Carmine Matteo, Carl'Antonio Caruso, Giuseppe di Donato Grosso, Nicola di Pinto, Mario Nista e Paolo Tartaglia che sono parenti stretti dei Reverendi Sacerdoti Nista e Orazio de Mattheis, Cappellano e Fattore dell'Illustre Signor Duca.
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