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Non mi ha colpito quanto il primo, però è un bel libro. La trama è molto dinamica, scorrevole, per nulla scontata, ricca di colpi di scena e momenti intensi. L’autore dà una particolare enfasi al “lato umano” della battaglia, ricreando l’atmosfera, le emozioni e le paure che attanagliavano gli uomini in quei terribili istanti prima dell’impatto. E oltre alla clamorosa battaglia finale vi sono diversi incredibili duelli e combattimenti minori, tra cui quello che mi ha maggiormente colpito è stato il confronto con i guerrieri di Guthrum poco prima della palude (cerco di essere vago.) L’opera è piena di personaggi eccezionali e originali, uno più intrigante e affascinante dell’altro, inseriti in una realtà vivida e suggestiva. E tra tutti, nonostante abbia un ruolo apparentemente secondario, quella che mi è rimasta più impressa è la principessa Æthelflæd. Non è proprio vero che quella sassone fosse una monarchia elettiva, almeno in senso stretto. Il witan eleggeva il Re, che poteva anche non essere il figlio del suo predecessore, ma era comunque un appartenente alla stessa stirpe, alla stessa famiglia, la casa reale del Wessex.
Non spenderò molte parole: da leggere. La battaglia sembra sgusciare dalle pagine e avvolgerti, nei suoi aspetti più umani, fuori da ogni eroismo, ma comunque densa di eroi senza nome. Bellissimo!
ben scritto, il reale valore del libro, però, è nella capacità di cornwell di riprodurre le situazioni, i sentimenti, i numeri dell'epoca. il tutto secondo la migliore divulgazione anglosassone, la migliore al mondo. certi autori storici italiani dovrebbero imparare, magari eviterebbero di far parlare un antico romano come un coatto di borgata dei giorni nostri
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