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Cavalieri e popoli in armi. Le istituzioni militari nell'Italia medievale
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Brossura
Anno edizione: 2008
19,00 €
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Anno edizione: 2014
11,99 €
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Cavalieri e popoli in armi. Le istituzioni militari nell'Italia medievale
La storia degli eserciti è sempre storia del potere e dei modi escogitati dagli uomini per procurarselo e difenderlo. Così le travagliate vicende politiche che hanno percorso la penisola italiana nell'arco di un millennio, dal collasso dell'impero romano fino al Rinascimento, si intrecciano in queste pagine all'evoluzione e alle trasformazioni dei vari e sempre diversi apparati militari che le hanno accompagnate. A partire da ciò che resta delle legioni romane sotto il dominio del goto Teodorico, passando per i celebri cavalieri carolingi, il temibile esercito normanno e quelli urbani di età comunale, le compagnie di ventura del Trecento e i mercenari stranieri del Quattrocento, per arrivare fino alle invasioni francesi e spagnole cinquecentesche, Paolo Grillo traccia una panoramica del susseguirsi di formazioni militari che combatterono sul suolo italiano.
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In commercio dal:
15 maggio 2008
Pagine:
XVII-220 p., Brossura
EAN:
9788842086499
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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
William Caferro
13 aprile 2009
"...Il libro consiste di undici capitoli a cominciare dalla caduta di Roma nel quinto secolo per proseguire con la formazione di forze stabili e la rivoluzione militare del 15° secolo.Di conseguenza l'autore affronta approssimativamente mille anni di storia meritando apprezzamento per aver trattato una tale mole di materiale in modo chiaro ed incisivo.Nell'attingere alla storiografia italiana corrente Grilli compie un ottimo lavoro.Ciascun capitolo viene accompagnato da un'utile bibliografia.Il lungo periodo di tempo considerato gli consente di unire tendenze interessanti e di ampio respiro,includendo la continuità nella pratica miliare dal tardo impero romano al primo medioevo nonché dai tempi dei normanni e dei longobardi alla formazione di comuni indipendenti.La parte centrale del libro si trova nel capitolo settimo,dedicato all'età dei comuni con la nascita delle forze locali e le rivalità tra Guelfi e Ghibellini.L'autore integra efficacemente la trattazione con la nuova scuola revisionista che comprende il suo buon lavoro.Complessivamente il libro è più descrittivo che analitico nonostante le opposte intenzioni dell'introduzione.Grilli prende prudentemente le distanze dalla vecchia scuola ma ciononostante riafferma occasionalmente posizioni consunte e sorpassate.Il problema è fondamentalmente storiografico.Grilli è in ottimi rapporti con gli studiosi italiani,rendendo prudente omaggio,talvolta eccessivo, al proprio ambiente accademico attuale.L'utilizzo di lavori di altri studiosi,tipicamente di tradizione anglofona o germanica,è decisamente minore.Poco uso viene fatto degli importanti lavori di Molho,Bayley,Becker,Hanlon e Blastenbrei (o dello scrivente per tale argomento).Nei pochi passi citati l'informazione non è sempre precisa.La trattazione della "età delle compagnie di ventura"nel capitolo 9,ad esempio,è di un colorito clichè,che sopravvaluta l'importanza delle stesse,punto di vista confutato molto tempo addietro da M. Mallett.La descrizione dei contratti militari (condotte) deve essere rivista..."
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