Cazzimma
Stefano Crupi
- EAN: 9788804660408
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Recensioni dei clienti
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Il libro è scritto davvero bene e l'inizio promette molto, però sconta il peccato della "napoletanità" francamente un po' inflazionata negli ultimi tempi da Gomorra in poi. Il finale, inoltre, non è all'altezza delle prime pagine che certamente creano tanta aspettativa, tenendo un ritmo veramente forsennato e la mantengono solo in parte. Nel complesso, comunque, mi pare un bell'esordio.
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Un'opera sensazionale che mi ha fatto passare nel migliore dei modi possibile una giornata trascorsa in casa a causa della febbre. Con occhi inesperti mi è capitato di conoscere attraverso i media e i social-network delle vicende che non appartengono al mio mondo, che sono completamente estranei alla mia vita. Sento fatti di cronaca, ci pongo poca attenzione e così riesco ad andare avanti nel condurre la mia vita tranquilla. Ma quando la verità ti viene schiaffeggiata in faccia, senza mezzi termini, con un linguaggio tagliente, preciso e spietato, allora le cose cambiano. Con Cazzimma mi sono ritrovata a riflettere sulla realtà che si nasconde ai miei occhi, ne sono rimasta insieme affascinata e impaurita, e questo è un merito enorme che fa di questo romanzo un libro diretto e coinvolgente come non ne avevo mai letti finora. Credo che Crupi sia uno scrittore di cui sentirmo sicuramente parlare in futuro.
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Libro certamente per palati forti e con qualche spunto pulp che nel complesso non guasta. Al momento dell'acquisto ero un tantino dubbioso, ma poi sin dalle prime pagine sono stato preso dalla lettura e l'ho praticamente divorato. Ho particolarmente apprezzato l'introspezione psicologica dei vari personaggi, da Sisto e Zio Antonio fino a Profumo e Cavallaro, ed ho inoltre gradito molto le digressioni quasi "manzoniane" riguardanti Leo (vero martire civile, la cui vicenda mi ha riportato alla mente, sia pur con i dovuti distinguo, i ricordi liceali della monaca di Monza e di fra' Cristoforo) e soprattutto Hamsik, altro "protagonista" mancato, a mio modesto avviso meritevole di uno spin-off letterario. Per contro, mi hanno lasciato perplesso alcune scelte sintattico-grammaticali, così come non ho ben compreso il colpo di scena tra Antonio e Cesare (l'ho percepito come eccessivamente irrealistico, almeno nel mondo che il libro così ben descrive); infine non ho condiviso la scelta del finale con backdoor (forse in omaggio alla passione cestistica dell'autore) che lascia presagire un più che probabile sequel. Nel complesso comunque il mio giudizio è assolutamente positivo, direi un 4 stelle Superior su una scala di 5.
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Attribuisco a questo romanzo il voto di 5/5 per la capacità dell'Autore di rendere la sensazione di crudezza senza scadere nell'eccessiva volgarità; la capacità di tenere la suspense; la capacità di far affezionare al ragazzo 18enne protagonista del racconto, che appare fin da subito come un uomo, ma che uomo lo diventa solo quando trova il coraggio di ammettere le sue responsabilità. Crupi è riuscito ad inserire tantissimi temi in un testo non troppo lungo, senza però rendere obeso il corpo del racconto. Tutto ben equilibrato, ti fa arrabbiare al momento giusto e ti fa sentire impotente come lo si è quando dalle nostre città italiane arrivano brutte notizie. È il suo primo romanzo e direi che ha scritto davvero un ottimo libro.
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E' un buon esordio, il libro è scritto bene ed è molto avvincente nel raccontare la vita di questi giovani camorristi. Il finale però è, secondo me, un po' troppo irrealistico e "positivo".
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Buon esordio per questo noir partenopeo. La nuova camorra, le nuove generazioni di piccoli, medi e grandi malviventi napoletani è descritta con grande realismo. E' evidente che Stefano Crupi ha studiato bene quel mondo, le loro mode, i loro passatempi, i loro luoghi, il loro linguaggio. La lettura è scorrevole e appassionante. Delude un po' il finale che fa scendere il voto da 5 a 4. per concludere, gli amanti del noir devono leggerlo, sopratutto se napoletani.
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Esordio davvero notevole con un Romanzo che ti prende fin dalla prima pagina e non ti lacia più. Complimenti a Crupi sperando che il suo secondo romanzo sia all'altezza di queto. Unica pecca,se mi è permesso,è il finale un po troppo tirato via e un tantinello improbabile. Resta comunque ,come datto, un romanza davvero notevole .
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Un finale assolutorio (a tarallucci e vino , direbbero a Napoli)tradisce questo romanzo che era partito con buone premesse e le aveva mantenute fino a tre quarti. Peccato...
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Che piacevole sorpresa. L'ho comprato per curiosità verso l'opera dell'amico e invece ho scoperto un'opera così completa da farmi dimenticare il motivo dell'acquisto e che mi ha fatto tuffare in una lettura originale per soggetto e matura per tempi narrativi e racconto.
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Bellissimo il romanzo di Crupi, scrittore esordiente che centra in pieno l'obbiettivo di scrivere una storia realistica con personaggi veri, spigolosi e con uno stile originale che sembra venire direttamente dalla strada. Consigliato a chi e' alla ricerca di libri non scontati.
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Mi unisco con convinzione al plauso per questo splendido romanzo: fresco, cadenzato, assolutamente coinvolgente e convincente nella trama, e soprattutto nei personaggi. A mio parere il titolo lo castiga un po', ma...I ragazzi maledetti e delinquenti dei bassi qui si rivestono, nei personaggi del giovanissimo Sisto, e di suo zio Antonio, uno spessore umano che ci permette una apertura alla comprensione. Io non conosco assolutamente Napoli, se non per la cronaca nera, qualche stereotipo e il romanzo "Gomorra", ma questo libro secondo me offre alcuni spunti antropologici illuminanti, come quando leggo: "alla base dell'indole febbrile dei napoletani, deve esserci proprio quest'abitudine quotidiana a vivere con il pericolo rappresentato dal vulcano. E' da lì che trarrebbe origine la maledizione della città, da questa presenza inquietante che come un dio capriccioso punirà prima o poi, e senza preavviso, distruggendo qualunque creazione umana e vanificando così gli sforzi per edificarla. Ogni uomo che si trova nel suo raggio d'azione vive portando con sé questa intima consapevolezza della fine. Che condiziona ogni scelta, orienta tutti i pensieri, spinge chiunque contro i suoi simili in una perenne lotta per la sopravvivenza." Oppure quando il camorrista insegna a Sisto a sparare, e dichiara: "Quando hai un'arma, e la gente lo sa che ce l'hai, be', ti guarda con più rispetto. Noi siamo napoletani, non abbiamo rispetto per nessuno, siamo lazzaroni, nel midollo, non abbiamo educazione, ci prendiamo la confidenza. Ma le cose d'improvviso cambiano quando hai una pistola. Quante riverenze, quanta gentilezza nel salutare, quante belle slinguazzate" Cazzimma: vedi Napoli, e poi muori.
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Un romanzo che ti apre bruscamente gli occhi facendoti vivere una realtà napoletana a molti sconosciuta. Una storia che ti cattura e ti trasporta fino ad un finale inaspettato , dove c'è luce , dove c'è la speranza che con la forza di una nuova consapevolezza e con accanto la persona giusta qualcosa possa cambiare... Complimenti all'autore Stefano Crupi .
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Bel romanzo sulla gioventù napoletana "cattiva". Forse un pò sbrigativo il finale, forse un pò troppo facile come conclusione, ma in generale un bel romanzo. Complimenti all'autore.
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Sisto ha 18 anni e fa le consegne,droga, suo padre è stato ucciso e suo zio ha preso il suo posto, ma Cavallaro il boss della camorra non molla mai e uccide per qualsiasi sgarbo. Un finale improbabile, ma resta un ottimo romanzo sulla malavita napoletana. Giovani senza speranze, violenza e potere, droga e soldi, una vita breve li aspetta. Un ambiente che Giuseppe D'Avanzo aveva già magistralmente descritto nei suoi articoli su Napoli e la sua gioventù.
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Ho comprato il libro "cazzimma" un pó diffidente, ma è bastato leggere due righe in libreria per incuriosirmi e prenderlo. Uno stile originale, un linguaggio fluido, scorrevole. La storia è raccontata in modo geniale, con colpi di scena e immagini a tratti molto forti. Lo scrittore ha un modo di raccontare molto simile allo stile "Tarantino", le immagini che scorrono durante la lettura sono quelle di un film su quello stampo. È un romanzo accattivante scritto con un linguaggio letterario. Ho trovato un'ottima compagnia per qualche giorno. Uno scrittore da seguire, attendo con piacere altri suoi lavori.
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Complimenti all'autore. Riesce a coinvolgerti sin dall'inizio. Sembra di vivere insieme al protagonista. Lo consiglio a tutti.
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Indossate il casco e salite sullo scooter con Stefano Crupi che con la sua scrittura vi guiderà nei vicoli di una avventura, nella realtà di una città "maledetta". Una storia appassionante che non vi farà staccare il naso dal libro, vi sembrerà di viverla direttamente mentre fumate una sigaretta con il protagonista davanti alla sala giochi di Golia. Complimenti Stefano.
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non pensavo di recarmi in libreria e trovare un libro così coinvolgente e intenso.ho fatto un ottimo acquisto!! consigliato a chi vuole coinvolgimento...
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A chi conosce Napoli con le sue bellezze e le sue difficoltà fará piacere leggere questo racconto davvero intenso che descrive con viva caratterizzazione il dramma di un giovane napoletano orfano di camorra senza ambizione né speranza migliore di quella di una vita criminale autonoma in dispregio delle crudeli regole invalicabili imposte dalla mafia locale per il controllo del potere. Il romanzo é piacevolmente incentrato sui sentimenti, le emozioni e le reazioni di un ragazzo appena diciottenne che dopo la morte del padre si trova da solo ad affrontare la vita in un ambiente sociale degradato fatto di frequentazioni pericolose. La lettura del libro é molto scorrevole e gradevole grazie alle accurate ma leggere descrizioni di personaggi scene ed ambienti. Lo stile narrativo sembra perfetto per ideare sceneggiature per un film thriller. Infatti le ambientazioni sembrano emergere dal racconto narrativo come digressioni con un loro valore specifico evocando visioni oniriche. Allo stesso modo la forte introspezione dei personaggi rende l'intreccio ancor piú interessante e fa comprendere bene la triste rassegnazione di zio antonio che prende la malavita come un lavoro ordinario in cui ha profuso tutte le sue energie e sacrificato una vita ed in cui ormai é costretto a recitare un ruolo che detesta ma che é necessario alla propria ed altrui sopravvivenza. Ad un certo punto il narratore rivela il volto umano del personaggio il quale ha un'inaspettata reazione dettata da vendetta per il fratello e sete di riscatto per il nipote cresciuto orfano, che lo porta ad archiettare un piano coraggioso per la liberazione di entrambi dal giogo criminale dello spietato boss. É commovente il gesto didisperata comprensione della madre dell'amico del protagonista che apre uno squarcio di speranza nella plumbea coltre di degrazione umana e restituisce una possibilità di redenzione terrena.
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Il romanzo è scorrevole e scritto molto bene. La trama è avvincente. Credo che la figura più significativa sia quella di zio Antonio con la sua 'redenzione' e il suo attaccamento alla famiglia.Interessanti sono gli spunti di riflessione sulla città di Napoli e i suoi abitanti,grazie a personaggi in apparenza rassegnati,ma pronti a reagire attraverso una catarsi finale che non rinnega le loro radici.
20 recensioni