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Cd di György Ligeti

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György Ligeti

1923, Dicsöszentmárton, Transilvania

Compositore ungherese naturalizzato austriaco. Allievo di F. Farkas e S. Veress all'Accademia di Budapest, vi insegnò fino al 1956. Stabilendosi a Vienna nel dicembre 1956 poté conoscere le ricerche della neoavanguardia: lavorò allo Studio di musica elettronica di Colonia e dal 1959 tenne per alcuni anni corsi a Darmstadt, insegnando inoltre a Stoccolma e dal 1973 ad Amburgo. La maturazione dello stile più originale di Ligeti, dopo gli esordi bartokiani, è legata al suo rapporto con le ricerche della neoavanguardia: la notorietà internazionale gli venne nel 1960-61 dall'esecuzione di Apparitions (1958-59) per orchestra e soprattutto di Atmosphères (1961) per orchestra, dove si definisce una scrittura basata su dense fasce cromatiche lentamente cangianti. L'altro aspetto determinante dello stile maturo di L. si colloca all'opposto di questa estrema staticità, puntando su una mobilissima e frantumata «micropolifonia» (così la chiama il compositore stesso), un reticolo di linee polifoniche minutamente addensate in un tessuto inestricabile e variegato. Gli aspetti fondamentali dello stile di L. si affiancano e combinano variamente nei suoi lavori maggiori, fra i quali si ricordano: Volumina (1961-62) per organo, le azioni drammatico-musicali Aventures (1962) e Nouvelles Aventures (1962-65) per 3 voci e 7 strumenti, Requiem per soprano, 2 cori e orchestra (1963-65), Concerto per violoncello e orchestra (1966), Lux Aeterna per coro (1966), Lontano (1967) per orchestra; Quartetto n. 2 (1968), Ramifications per archi (1968-69), Kammerkonzert (1969-70). Gli ultimi lavori, in particolare l'opera Le Grand Macabre (1974-77; rappresentata a Stoccolma nel 1978), ispirata a Ghelderode, con la varietà delle allusioni stilistiche, segnano una svolta nella produzione di L., lasciando emergere componenti retrospettive, osservabili anche nel Trio per violino corno e pianoforte (1982), nelle 3 Phantasien per coro su testi di Hölderlin (1983), nel Concerto per violino e orchestra (1992). Una seconda opera teatrale, progettata sin dagli anni '80, su un libretto di G. Skelton ispirato alla Tempesta di Shakespeare, è stata interrotta e ritardata dalle cagionevoli condizioni di salute del compositore.

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