Direttore d'orchestra austriaco. Direttore stabile dell'Opera di Ulm (1927-34) e poi ad Aquisgrana (fino al '42), dopo la guerra subentrò a Furtwängler alla guida dell'Orchestra filarmonica di Berlino (1954), incarico che mantenne tutta la vita, contribuendo alla fama del complesso. Dal 1956 al '64 fu direttore artistico dell'Opera di Vienna, succedendo a Böhm, e lo stesso anno iniziò un durevole sodalizio con Salisburgo, prima come direttore artistico del Festival estivo (1956-60), poi come direttore del Festival di primavera, da lui fondato nel 1967. Personaggio tra i più influenti della vita musicale germanica del dopoguerra, carismatico ed egocentrico, fu promotore infaticabile di iniziative, scopritore di giovani talenti e attivissimo nel campo discografico, cui attribuì un'eccezionale importanza artistica e commerciale. Come interprete mostrò una rara capacità di porsi di fronte alle partiture in modo non tadizionale, con un gusto timbrico tutto personale e un'acutezza di analisi che sfiorava talvolta il preziosismo. Il suo repertorio, vastissimo sia in campo sinfonico che operistico, tendeva alla totalità, da Bach a Schönberg, con una particolare congenialità per il secondo '800 e il tardo romanticismo austro-tedesco: Brahms, R.?Strauss, Wagner (da lui proposto in chiave antiretorica e liricamente intimista), Bruckner, Mahler. Nell'ultimo decennio si dedicò a una sistematica «rilettura» di tutto il repertorio sino ad allora interpretato, sia per sfruttare le nuove possibilità offerte dalla tecnologia digitale, sia per dar forma a un travaglio interpretativo sempre più orientato verso forme di manierismo nell'esasperazione timbrica del dettaglio sonoro. Tuttavia, con l'eccezione di Mahler e di Bruckner, non sempre gli ultimi esiti sono apparsi più convincenti delle prime interpretazioni.