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Anno edizione: 2004
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Che dire: bruttino! Senza suspense, scontato, con procedimenti logici non adeguati al genere, un protagonista insulso, ne' simpatico , ne' antipatico, di cui non rimane in testa una peculiarita' che sia una (nonostante venga descritto sovrappeso, calvo e miope)...Anche tutto questo vorticare tra il Cile, la Germania e Cuba lascia molto interdetti. Banale all'inverosimile. La soluzione finale poi...meglio stendere un velo. Gli regalo due pallini xke' si legge velocemente e xke' l'autore mi sembra fondamentalmente onesto, ma credo proprio non leggero' piu' nulla di suo.
delizioso.piacevole. di facile lettura.e Brulè ispira simpatia.
Scoperta casuale, letto quindi per curiosità. Ottimo romanzo molto scorrevole, un mondo latino americano da me non conosciuto, un' investigatore umano, divertente fuori dai soliti schemi americani e non; appasionato di Montalbano mi ci sono ritrovato. Assolutamente consigliabile.
Recensioni
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È un gradito ritorno, per i lettori italiani, quello del detective privato in bolletta Cayetano Brulé, ormai protagonista fisso dei polizieschi del cileno Roberto Ampuero. Le circostanze misteriose della morte di Cristian Kustermann, proprietario di una pizzeria a Reñaca, località balneare vicina a Valparaíso, conducono il padre a consultare Brulé, grassoccio e disordinato come al solito. Il ricco industriale chiede all'investigatore di scoprire i colpevoli dell'omicidio, irrisolto a distanza di un anno. La difficile ricostruzione degli anni precedenti la morte di Cristian è la chiave del mistero. La lunga assenza dal Cile di Kustermann conduce il detective in Germania e a Cuba. Ampuero ripercorre, attraverso il procedere dell'indagine, i luoghi del suo stesso passato, e traccia una versione della storia cilena negli anni della dittatura di Pinochet. Nascosta tra le pieghe dell'apparenza e dell'anonimato, la vera natura delle scelte politiche di Cristian trasmette un'immagine complessa e controversa del movimento clandestino della sinistra armata. Tema che, oltre ad addentrarsi nelle circostanze di una storia mai del tutto rivelata, concede all'autore di infondere vivacità e ritmo all'impianto romanzesco. L'espediente narrativo della verità mascherata è un motivo già noto a chi ha letto l'altra opera di Ampuero pubblicata in Italia, Bolero all'Avana (1996; Garzanti, 2003). Chi ha ucciso Cristian Kustermann, cronologicamente il romanzo d'esordio dell'autore, è l'opera che stabilisce un codice, formalizzando una struttura narrativa che non esita a riproporsi nelle successive avventure di Cayetano Brulé. E forse questo è l'unico limite che trattiene l'abile stile dello scrittore entro i confini di una letteratura seriale, che si attiene ordinatamente alle formule narrative del poliziesco e si accontenta di non eccedere nel verso di un'originalità che si intuisce a portata di mano.
Eva Milano
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