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Per mia completezza ho deciso di leggere questo pamphlet, per vedere il punto di vista "giornalistico" su Internet - non me ne vogliano i miei amici giornalisti che apprezzo e con cui regolarmente discuto. Purtroppo il risultato è stato quello che mi aspettavo. Come prima cosa ho scritto pamphlet, e non instant book che probabilmente era quanto immaginato da autore ed editore, per una ragione molto semplice: non ci sono note e riferimenti. Detto in altro modo, bisogna prendere per vero quanto scrive Rocca e accettare la sua auctoritas (nel senso di autorevolezza più che di autorità). Occhei, il testo è strutturato nel modo che giornalisticamente si chiama panino: si inizia parlando di quanto è diventata brutta Internet e come gli OTT rubino i soldi a chi procaccia e raccoglie le notizie, c'è una sezione centrale nella quale si mostra come la politica mondiale sia stata rovinata dalla disintermediazione, e si termina riprendendo la giaculatoria iniziale. Io non entro nel merito della parte centrale, per l'ottima ragione che non ne so abbastanza. Sul resto però un po' di informazioni ce le ho, e mi sono messo le mani nei capelli. Badate: io ritengo che la disintermediazione sia una iattura, quindi in teoria dovrei essere sulla stessa linea di Rocca: ma quando leggo che il caso Roth su Wikipedia nacque perché lo scrittore non è la persona che ne sa di più su quello che vuole dire, l'unica cosa che posso aggiungere è che se le intermediazioni sono queste allora tanto vale farne a meno. D'altra parte, mettere nello stesso calderone i ricavi di Facebook, che è fatto in modo da trattenerti il più possibile nel suo giardinetto, e il numero di pagine visualizzate da Wikipedia, che funziona tanto meglio quanto più il lettore è invitato a seguire le fonti esterne, significa che nonostante le continue assicurazioni di non essere un neoluddista Rocca è perlomeno uno che fa di tutta l'erba un fascio. Vabbè, tanto tra qualche mese tutti si saranno dimenticati del libro.
E' un libro molto interessante che, con un titolo provocatorio, affronta il tema dell'assenza di una regolamentazione di Internet e della necessarietà della stessa. L'Autore analizza gli effetti negativi prodotti dall'assenza di una regolamentazione dello spazio digitale: bufale, fake news, manipolazione dell'informazione e interferenze straniere nei processi democratici dei paesi occidentali. C.Rocca rileva che la rete è dominata dal risentimento, dal rancore e dal cospirazionismo, così come nella società prevalgono i sentimenti di invidia ed il ripudio delle competenze ed è scomparso il concetto di opinione pubblica. Secondo l'Autore, però, il populismo digitale viene da lontano ed affonda le sue radici nei media tradizionali e rimarca il ruolo fondamentale di filtro che hanno avuto nel XX° secolo i corpi intermedi, ormai in crisi. Non risparmia nessuno, sottolineando le colpe del giornalismo, della classe dirigente che ha soffiato sul fuoco della rabbia, della frustrazione e del disagio sociale e dei partiti politici che hanno sfruttato a proprio vantaggio questo risentimento popolare. Infine, l'Autore propone una seria soluzione per difenderci dai colossi del web.
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