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Cieli perduti. Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi. Nuova ediz.
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Cieli perduti. Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi. Nuova ediz. - Guido Cossard - copertina
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Cieli perduti. Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi

Descrizione


Guido Cossard, esperto di archeoastronomia, ci conduce alla ricerca dei loro "Cieli perduti", un avventuroso viaggio nello spazio e nel tempo

Vi erano popoli nati sulle coste del mare, civiltà sviluppate nel deserto, gruppi insediati sulle più alte vette. Vi erano popoli che non sapevano che cosa fosse il mare, altri che non avevano mai conosciuto la neve; taluni vivevano immersi nella nebbia, altri vedevano le nubi poche volte all’anno, Ma il cielo era, tutte le notti, il soffitto quotidiano che ogni popolo vedeva, osservava e interpretava

«Osservare è, per certi versi, un'arte che va imparata», scrisse a un amico l'astronomo William Herschel, lo scopritore di Urano. Oggi, nell'epoca dei telescopi spaziali e dei progetti di colonie su Marte, quella di osservare il cielo notturno sembra però un'arte dimenticata: la modernità ha cancellato le stelle, proiettando quasi ovunque sopra le nostre teste il grande alone rossastro dell'illuminazione artificiale. Le notti dei nostri progenitori, spesso trascorse all'aperto sotto un cielo impossibile da ignorare, erano assai diverse: allora la volta celeste si popolava di figure fantastiche, divinità lanciate su carri velocissimi, mitiche navi cariche di eroi, ma anche utensili della vita quotidiana e animali spaventosi. L'infinità del cielo notturno è stata per millenni uno specchio che ha sfidato il nostro pensiero, generando intere cosmologie: l'astronomia è stata la prima scienza, e fin dal Neolitico ha permesso agli uomini di controllare un bene impalpabile ma essenziale per lo sviluppo delle civiltà: il tempo. Rudimentali mappe stellari e complicati calendari si sono diffusi ben presto nelle incisioni rupestri e nei manufatti, o dispiegati in impressionanti complessi megalitici. Da sempre, insomma, il rapporto con il cielo ha contribuito a definire l'identità umana, e ogni popolo ha avuto un modo peculiare di vedere gli astri. Guido Cossard, esperto di archeoastronomia, ci conduce alla ricerca dei loro "Cieli perduti", un avventuroso viaggio nello spazio e nel tempo: lo seguiamo in tutti i principali siti archeologici italiani e mondiali, dall'antico Egitto all'America precolombiana, dalla Mesopotamia sumerica alla Puglia di Castel del Monte, passando per l'Irlanda celtica e la Cina imperiale. E incontriamo una quantità di reperti insoliti e misteriosi: tumuli e cromlech, dischi che predicono solstizi, zigurrat sarde, "Ruote della Medicina" arapaho. Per scoprire che se le tecnologie a disposizione dei nostri predecessori erano senza dubbio inferiori alle nostre, non lo era di certo la loro capacità di pensiero e osservazione. Al punto da porre i lettori di fronte a un dubbio: e se il vero cielo perduto fosse il nostro?
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Dettagli

2018
16 ottobre 2018
336 p., ill. , Brossura
9788851167158
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Indice

Indice

Parte prima – L’astronomia della Preistoria

Capitolo I – Le stelle del Neolitico
L’uomo e il cielo – Metodi per determinare il calendario – Cielo e religione – Fenomeni celesti appariscenti – Le incisioni e le coppelle: testimonianze di stelle su rocce – I megaliti – La Luna e i pianeti – Modello di universo del Neolitico

Capitolo II – Le grandi aree archeoastronomiche europee
Da Stonehenge a Shakespeare – Callanish e la danza del dio – La Bretagna e la Francia – Il tumulo di Newgrange e l’Irlanda – Nebra e gli altri megaliti europei – La civiltà minoica e il disco di Festo – Il culto di Mitra e il toro

Capitolo III – Le grandi aree archeoastronomiche italiane
Saint-Martin-de-Corléans e la Valle d’Aosta – Piemonte e Liguria – La ziggurat di Accodi e la Sardegna – Bisceglie e gli altri siti italiani – Italia nord-est

Capitolo IV – Il megalitismo oltre l’Europa

Parte seconda – L’astronomia presso le popolazioni antiche

Capitolo V – Gli Egizi

Capitolo VI – I popoli della Mesopotamia
I Sumeri – Il sogno di Gudea – I Babilonesi

Capitolo VII – Il libro di Enoch e gli Ebrei

Capitolo VIII – Gli Etruschi

Capitolo IX – Il cielo dei druidi

Capitolo X – I Cinesi

Capitolo XI – Gli Arabi

Capitolo XII – Gli Indiani d’America

Capitolo XIII – I popoli precolombiani
I popoli del Centro America – I Maya – Gli Aztechi – Gli Incas

Parte terza – Dal Medioevo all’etnoastronomia

Capitolo XIV – Il Medioevo

Capitolo XV – L’etnoastronomia
La Macchina di Anticitera e gli OOPArt – Una nuova scienza: l’etnoastronomia

Conclusioni
Bibliografia

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Maria
Recensioni: 4/5

Non sono d'accordo con il lettore che mi ha preceduto. Ho trovato molto interessante il lungo percorso che l'astronomia ha dovuto percorrere per diventare quello che è oggi. Ho trovato interessante immedesimarsi nelle domande e nello stupore che i nostri antichissmi antenati avevano di fronte alla visione di quella volta stellata imponente, non certo come quella di oggi per noi, e di come senza mezzi abbiano cominciato a catalogarla e cercare di capirla. Io lo consiglio.

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giorgio g
Recensioni: 2/5

Un excursus di archeoastronomia e cioè di quella branca dell’astronomia che riguarda il cielo come era visto dai popoli antichi. Una considerazione: non sapevo che esistevano tanti siti che offrivano tanti monumenti di età megalitica. Per il resto, una panoramica, di scarso interesse, tra tutti i siti di questa età.

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Guido Cossard

Guido Cossard è un fisico, presidente dell’Associazione di ricerche e studi di archeoastronomia valdostana. Ha collaborato con la trasmissione televisiva di RAI 2 Voyager e tenuto conferenze sull’archeoastronomia in Italia e all’estero. Autore di numerose pubblicazioni, ha contribuito a L'Atlante dell’Universo, pubblicato da Utet nel 1998. Tra i suoi libri ricordiamo Storia e riti di Capodanno (Rizzoli 1999), Il lungo racconto dell’origine. I grandi miti e le teorie con cui l’umanità ha spiegato l’Universo (con Margherita Hack e Walter Ferreri, Baldini e Castoldi 2013) e Cieli perduti. Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi (Utet 2018). Per i suoi meriti nel campo dell’archeoastronomia, nel 2005 la International Astronomical...

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