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Cinque concetti proposti alla psicoanalisi
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Cinque concetti proposti alla psicoanalisi - François Jullien - copertina
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Cinque concetti proposti alla psicoanalisi

Descrizione


Disponibilità, allusività, sbieco, defissazione e trasformazione silenziosa: cinque concetti del pensiero cinese, qui “proposti” alla psicoanalisi in un’originale rilettura della pratica analitica che intende recuperarne aspetti (operazioni fondamentali che si svolgono in seduta) scarsamente teorizzati. Questo confronto con la cultura cinese – come nello stile di Jullien – ha senso perché si dimostra il solo capace di produrre quell’estraniamento che permette al pensiero psicoanalitico di scoprirsi nel proprio “impensato”; ne emergono quelle “opzioni a priori” che orientano, limitando, ogni prodotto della cultura occidentale e che la psicoanalisi può, a questo punto, trascendere, accedendo a spazi di cura finora non compiutamente esplorati.
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Dettagli

2014
7 giugno 2014
160 p., Brossura
9788835036104
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Indice


François Jullien - Cinque concetti proposti alla psicoanalisi Avvertenza - Disponibilità - Allusività - Lo sbieco, l’obliquo, l’influenza - Defissazione - Una trasformazione silenziosa - Nota giustificativa

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alida airaghi
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François Jullien individua nell'eccesso di spirito critico della cultura europea e nel suo razionalismo spinto all'estremo la minaccia che sta distruggendo l'arte e il pensiero giudaico-cristiano di formazione classico-borghese. Propone quindi che la nostra intelligenza teorica si decostruisca, aprendosi con più umiltà a ciò che ha rimosso per quasi tremila anni: all'impensato, all'ombra, a ipotesi culturali che arrivino da altre civiltà, trascurate se non addirittura svalutate. Anche la psicanalisi, e più in particolare l'elaborazione freudiana, si è inserita nella tradizione culturale occidentale, applicando presuntuosamente a livello universale interpretazioni che probabilmente riguardano solo il soggetto culturale europeo, non riuscendo ad adeguare alla pratica clinica di scandaglio analitico un' altrettanto penetrante riflessione teorica. Per questo Jullien suggerisce che alcuni concetti propri della filosofia cinese possano soccorrere alle lacune della cultura occidentale, in primo luogo sanando la scissione di origine platonica tra soma e psyche, corpo e anima. Il pensiero cinese usa metodi di avvicinamento all'esistenza più allusivi e sfumati, meno frontalmente aggressivi di quelli occidentali: ad essi la psicanalisi dovrebbe prestare attenzione, soprattutto per ciò che riguarda la relazione tra analista e paziente nel corso della seduta. Si tratta di cinque concetti: disponibilità, allusività, sbieco, obliquo e influenza. Tecniche che privilegiano l'evoluzione e la trasformazione lenta, silenziosa; non l'identificazione ma l'interazione; non l'irrigidirsi ma il rimanere aperti ad ogni possibilità; non l'usare linguaggi impositivi bensì alludere, aggirando l'ostacolo senza affrontarlo direttamente. Il contadino non costringe il grano a crescere tirando i germogli: lo aiuta innaffiandolo, smuovendo la terra intorno.

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François Jullien

1951, Embrun

François Jullien è uno dei maggiori filosofi e sinologi viventi. Vive a Parigi e insegna all’Université Paris vii-Denis Diderot. È autore di numerosi libri tradotti in molte lingue. In italiano sono disponibili, tra gli altri titoli: Trattato dell’efficacia (1998), Elogio dell’insapore (1999), La grande immagine non ha forma (2004), Figure dell’immanenza (2005), Nutrire la vita (2006), Logos e Tao. Parlare senza parole (2008), Le trasformazioni silenziose (2010), Sull’intimità (2014). Feltrinelli ha pubblicato: Essere o vivere. Il pensiero occidentale e il pensiero cinese in venti contrasti (2016) e Una seconda vita. Come cominciare a esistere davvero (2017). Nel 2019 esce per Ponte alle Grazie Risorse del cristianesimo,...

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