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Anno edizione: 2021
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Candidato al Premio POP – Premio Opera Prima 2021
1944, carcere Le Nuove di Torino. Una suora prende in braccio il bambino di una prigioniera in transito per Birkenau, lo addormenta con una pezza imbevuta di vino e riesce a portarlo fuori nel carrello della biancheria. Piú di cinquant'anni dopo una giovane donna scopre che quella vicenda la riguarda da vicino, sale in moto e decide di seguirne le tracce. A poco a poco il passato si ricompone, nonostante i molti silenzi e i numerosi depistaggi della Storia: i bombardamenti, l'occupazione nazista, lo sfollamento, gli accidenti del dopoguerra. In questo romanzo delicato e ricchissimo, con una sicurezza e una competenza piú uniche che rare in un'opera d'esordio, Martina Merletti dona una nuova storia al nostro Novecento.
«Il romanzo, pur prendendo lo spunto da una situazione reale, nella sua libera trasposizione opera con piena coerenza tra i materiali e le ricostruzioni più propriamente storiche e la capacità di indagare quelle anime» - Ermanno Paccagnini, la Lettura
«È stato tutto sbagliato.»
«È stato quello che poteva essere».
Agosto 1944. Una suora ribelle e coraggiosa sottrae un neonato da una cella del carcere Le Nuove di Torino facendolo scivolare nel carrello della biancheria: è il figlio di una deportata, destinato a morte certa. Si sa, la lavanderia non è affare dei tedeschi, e il piú delle volte i carrelli entrano ed escono dalle mura senza essere frugati. Ora il bambino dorme tranquillo, ma qualcuno dovrà prendersi cura di lui. Ottobre 1999. Una giovane donna sale in moto per cercare le tracce del fratello di cui fino a quel momento ha ignorato l'esistenza. La verità sul suo passato diventa una priorità che a lungo pare irraggiungibile. A unire questi due punti nel tempo è l'arco della vita di quel ragazzo sempre un po' fuori posto, delle donne dure e forti che lo hanno salvato e accompagnato, legate dal medesimo segreto, e di un Paese lacerato e recalcitrante, che attraversa la guerra e il dopoguerra in perenne lotta con se stesso. Prendendo spunto da un fatto realmente accaduto Martina Merletti intreccia documenti e finzione, rivelando uno straordinario talento narrativo. Questa giovanissima scrittrice disegna figure indimenticabili, silenziose e caparbie, ed evocando con la stessa forza espressiva il passato e il presente firma un romanzo che ci coinvolge e ci commuove a ogni pagina.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un romanzo corale che ha suscitato non poche perplessità per la sua struttura narrativa e per l'introduzione quasi coatta di tanti personaggi in maniera molto veloce. Superato però questo primo ostacolo fondamentalmente ci si abitua, si inizia a conoscere i personaggi e soprattutto a riconoscere le voci di questi. Una storia molto interessante e sicuramente poco conosciuta che affronta l'ennesima conseguenza del conflitto mondiale in Italia. Ammetto che avrei preferito probabilmente leggere di più, poiché ho avuto la sensazione che nel momento stesso in cui il libro era iniziato stesse fondamentalmente invece finendo, ma come al solito il confronto con l'autrice stessa nella consueta videochiamata del gruppo di lettura mi ha chiarito qualche punto. Trovo quindi che oggi oggettivamente il libro sia scritto bene, sia interessante e vada a far luce su un aspetto della storia del nostro paese che non bisogna dimenticare. Il testo parte da un avvenimento reale e si arricchisce della fantasia dell'autrice che ha ricamato intorno a questo evento le vite di tanti altri personaggi. Dal punto di vista soggettivo però, non posso evitare di dire che il libro non mi ha entusiasmata tantissimo. Per quanto riconosca il talento dell'autrice e la forza della storia stessa, ammetto di non essermi sentita molto coinvolta dal libro che mi ha lasciata un po' a bocca asciutta. È di certo un testo che chi è appassionato di storia, e in particolare di quel periodo storico, apprezzerà tantissimo. Devo sottolineare però che la scrittura dell'attrice mi è piaciuta perché è molto vivida, infatti una delle scene che più mi sono rimaste impresse è quella della manifestazione di Firenze. Io ho ascoltato il libro e ricordo esattamente il momento in cui ho sentito quella parte e sono riuscita a figurarmela nei minimi dettagli nella mia mente.
La storia è interessante ma è molto lenta ed a tratti noiosa.
Il libro racconta in maniera magistrale un aspetto della Storia recente che non conoscevo: la sorte dei figli dei prigionieri. Dietro c'è uno studio approfondito, l'ascolto dei protagonisti, la tessitura di un racconto rispettoso della verità, pur romanzato. Da leggere!!
Recensioni
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