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Bellissimo. Ricorda Bradbury, King al suo meglio, quello di Stand by me e It. Seminale.
Personaggi affascinanti che puoi vedere agire davanti ai tuoi occhi durante la scorrevolissima lettura. Libro molto piacevole
A volte, la narrativa rubricata come appartenente ad un genere, viene fortemente penalizzata, nel senso che diventa oggetto di pregiudizi e di esclusioni da parte di lettori che vogliono "letteratura" e non semplici svago, intrattenimento, evasione. Eppure, spesso anche se non sempre, il genere si affaccia - o addirittura entra trionfalmente - nel filone della grande letteratura. Questo assioma si può indubbiamente applicare a Il circo dei vampiri di Richard Laymon (Gargoyle, 2011), il cui incipit è nel segno della migliore narrativa horror, ma è anche altro: il lettore viene immediatamente calata in un'atmosfera degna di Stephen King o di Dan Simmons, dove sembra che tutto sia pigro e sonnolento e che niente degno di nota debba accadere Grandville, una piccola cittadina americana USA, di stampo campagnolo, di poche centinaia di abitanti, dove sembra che non succeda niente, eppure succede di tutto e dove si intrecciano molte storie torbide. Il romanzo si sviluppa come una lunga attesa, in cui gli elementi nuovi vengono dosati con il contagocce, come in un lungo e lento preliminare amoroso. I tre protagonisti Dwight, Slim e Rusty (cui si aggiunge l'adulta Lee, che - pur dando delle garanzie di "supervisione" - sembra essere assimilata al gruppo adolescenziale che i tre compongono), percorrono una via che è come una lunga, interminabile spirale, avvicinandosi con snervante lentezza (quell'immobilità sonnacchiosa della piccola provincia americana dalla quale tutti gli adulti - per vari motivi - sembrano essersi eclissati, salvo poi a comparire ma soltanto nella veste di sguaiati e libidinosi comprimari dello spettacolo) verso un punto focale, rappresentato dall'attes esibizione annunciata nei flyer, un'attesa che è avvolta in aura di inquietudine e di oscuri presagi che irrompono nella banalità del quotidiano, ma anche di eccitazione a stento dissimulata in cui le fantasie masturbatorie dell'adolescenza trapassano insensibilmente verso una sessualità matura.
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