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Film di spessore, forse il più politico di Gianmaria Volonté. Straordinaria la prova di Volonté e della Melato.
Ma quale cineteca! La competizione, in tutte le situazioni e in tutti i momenti storici, genera ogni conflitto. E poi, ai tempi d'oggi, ti ritrovi con un mondo apparentemente pacificato, ma devi fare i conti con l'economia globale, ... e la inattesa pandemia. Mi sono chiesto per tutta la durata del film come mai il riempitivo personaggio di Flavio Bucci sia stato tanto trascurato, mentre andava approfondito. Comunque il potere agli operai non avrebbe cambiato niente. Nella Russia di Stalin, per molti agognata, le cose andavano peggio. Qui, anche da noi, la donna proletaria non puntava ad una maggiore libertà e a più nobili relazioni e sentimenti, né a conoscere altri mondi, ma a farsi la pelliccia di visone. E il suo ingombrante salotto doveva essere curato (ed evitato) come una reliquia, anche a discapito dalla comodità della casa e della propria economia. Una donna alterata nella dirittura dello sguardo e anche ossessiva. La scena più angosciante non è in fabbrica, ma quando Volonté fa entrare in casa i suoi compagni di lavoro, che gli turbano la quiete famigliare. La Melato, assai turbata e contrariata, se ne va di casa, portandosi via l'inseparabile televisore. E' un mondo affollato, ma anche claustrofofico, dove il tempo scorre velocemente, ma senza alternative, nell''ambiente del lavoro, tutto prteso ad aumentare la produzione e i consumi, facendo altrettanto velocemente perdere irreversibilmente il senso della vita. Resteranno le distrazioni di agosto, della televisione, del calcio e del totocalcio, che continuano ad affollare la vita, stringendola comunque in una morza.
Film risalente al 1971 ma sempre attuale per la sua tematica riferita alle condizioni di lavoro usuranti a cui molti operai sono costretti a sottostare. Il regista è Petri, e il protagonista è Gian Maria Volontè, dunque la stessa coppia dell'altro capolavoro 'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto'. L''attore milanese Volontè mostra la sua versatilità nel saper interpretare svariati ruoli, e anche a cambiare atteggiamento all'interno della stessa pellicola. Volontè è Lulù, un operaio stakanovista che viene adorato dai capi per la sua capacità di adeguarsi al cottimo, ma a seguito della perdita di un dito mentre lavora alla macchina diventa un rivoluzionario anti-sistema e si rende artefice di tante proteste sindacali. Lulù (Ludovico) si renderà infatti conto che stava per perdere ogni tipo di contatto umano con la propria famiglia a causa dei ritmi sfiancanti a cui era sottoposto sul posto di lavoro.
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