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Cligès. Testo francese a fronte. Ediz. critica - Chrétien de Troyes - copertina
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Descrizione


Il "Cligès" è forse il capolavoro di Chrétien de Troyes: letteratura classica e contemporanea, scienza, politica, libero arbitrio e rivalutazione della donna, tutto è armonicamente amalgamato in una costruzione rigorosa impostata secondo i dettami della più avanzata retorica poetica. La narrazione scorre fluida e piacevole ma richiede una lettura attenta ai particolari celati nel testo, e la traduzione cerca di restituirne la profondità psicologica, l'ironia e l'eleganza compositiva, mantenendone, nei limiti del possibile, anche alcuni significativi artifici retorici.
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Dettagli

2012
31 ottobre 2012
Libro universitario
299 p., Brossura
9788843066452

Voce della critica

  Cligès è il secondo romanzo di Chrétien de Troyes, scritto verso il 1176. Racconta dapprima la storia di Alessandro, figlio dell'imperatore di Costantinopoli, che giunge alla corte di re Artù e sposa Soredamor; dal matrimonio nasce Cligès, l'eroe del romanzo. Cligès è destinato al trono, che gli è però contestato dallo zio, il quale, violando la promessa fatta ad Alessandro prima della sua morte, vuole sposare la figlia dell'imperatore tedesco Fénice per assicurarsi una discendenza che regni al posto di Cligès. Fénice però si innamora di Cligès e, con l'aiuto di qualche sotterfugio, i due innamorati finiranno per sposarsi, non prima della morte del perfido zio di Cligès. Il romanzo associa il mondo arturiano a quello bizantino, anche per rappresentare, nella storia della venuta di Alessandro e Cligès presso Artù, quella teoria della translatio della cavalleria e della cultura dal mondo antico (greco e poi romano) alla società francese del tempo che tanto sta a cuore a Chrétien e agli altri intellettuali laici del XII secolo. Non contiene però, diversamente dagli altri romanzi, gli elementi tipici del meraviglioso celtico, dimostrando al contrario tratti di realtà effettiva (la capitale del regno di Artù è una normale Londra) e denunciando interessanti rapporti con la realtà storica e politica del tempo. I tratti fantastici non sono assenti, come si conviene a una storia arturiana per di più condita in salsa greca, ma questi sono, forse più che negli altri romanzi di Chrétien, funzionali alle grosse questioni ideologiche che il romanzo pone: il potere, legittimo e no, negato e riacquistato, e poi l'amore, che nel XII secolo era, come si sa, più una questione di testa che di cuore. Per la sua connessione con il potere l'amore di Cligès e Fénice richiama subito quello di Tristano e Isotta, di cui Cligès è una specie di antidoto nella legalità e nel rispetto delle regole della società, come peraltro spesso nella produzione di Chrétien. L'amore del cavaliere e della principessa è infatti anch'esso travagliato ma destinato a trionfare, grazie all'azione anche qui di un filtro, che però non è generatore di tragedia ma di lieto fine.   Walter Meliga

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Conosci l'autore

Chrétien de Troyes

1135, Troyes

Fu attivo tra il 1160 e il 1190. Della sua vita non sappiamo molto, oltre a quel che si può desumerne dalle sue opere. Originario della Champagne, come attestano i tratti regionali della lingua da lui usata, svolse la maggior parte della sua attività alla corte comitale di Troyes. Da ultimo si legò a Filippo d'Alsazia conte di Fiandra, cui dedicò il "Perceval". Diverse ipotesi sono state formulate sulla sua posizione a corte: giurista, araldo d'armi... Dall'ampiezza e la qualità della sua cultura, ben evidente negli scritti, si può dedurre che doveva aver compiuto gli studi del trivio e del quadrivio. Viene considerato il maggior poeta europeo prima di Dante. Con una certa sicurezza, gli si possono attribuire due canzoni amorose alla maniera dei trovadori,...

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