L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Premi
1988 - David di Donatello - Miglior attore non protagonista - O'Toole Peter
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
"L'ultimo imperatore" è un buon kolossal del nostro Bernardo Bertolucci, a metà tra lo storico e il biografico. Anche se non manca qualche momento deboluccio e la trama è poco originale (a parte il bel finale), è decisamente più interessante rispetto ai melensi kolossal hollywoodiani di oggi. Ottimi i costumi e le ambientazioni, bravi gli attori, mentre ho trovato l'aiudo e soprattutto il doppiaggio veramente fatti male. Comunque la cosa che mi è piaciuta di più è la bellissima colonna sonora di Ryuichi Sadamoto.
Ho notato un vecchio post (paolo63), che stronca questo capolavoro tirando in ballo la salvezza e la difesa del cinema italiano (in pectore, fors’anche la difesa della razza); e lamenta - in condizioni di oggettiva xenofobia - un largo impiego di “stranieri” (palanche incluse) investendo così Bertolucci dell'onere di salvare il cinema italiano. Bertolucci è notoriamente ateo e comunista, ma chi intenda fare della critica ai film dovrebbe prima deporre la zavorra ideologica che, nel caso di specie, gli rende inviso uno dei massimi autori della storia del cinema. In questo stupendo film si ricrea, con imparzialità venata di umana indulgenza, la figura dell' “Ultimo Imperatore”, la storia di Pu Yi e della Cina novecentesca, per l’ appunto. Il film si apre con Pu Yi, ormai cittadino della Repubblica Popolare di Cina, che tenta il suicidio. Egli deve rendere una confessione veritiera agli inquirenti del regime maoista sul suo comportamento privato e politico, prima e durante la II guerra mondiale, ma, dopo che il regista ha indotto lo spettatore a provar pena per un uomo distrutto che – sembra – non viene creduto da burocrati comunisti ottusi e sadici, ecco che, grazie ai modi intelligenti e umani di uno di loro, Pu Yi confessa ben altre verità: egli - ultimo della dinastia Manciù - pur a conoscenza dello sterminio della sua gente in atto da anni con l’occupazione della Manciuria da parte dei giapponesi, aderì al Manchukuo (governo fantoccio creato dall'impero giapponese nel 1932 con gli ufficiali cinesi della deposta dinastia Qing), integrandosi in esso e sperperando le sue fortune nella tragica “Belle Epoque” del regime genocida fino al suo crollo dopo le bombe su Hiroshima e Nagashaki. Bertolucci non si périta di mostrare le angherie che l’ingessamento ideologico di non pochi tra i nuovi mandarini inflissero anche a chi nella rivoluzione del 1949 aveva creduto e, fra questi, l’umano inquisitore di Pu Yi. I film occorre vederli con animo sereno e rendere onore al merito, quando c’è.
Sebbene il film non sia particolarmente attendibile, essendo basato sull'autobiografia dell'imperatore, scritta dal "Compagno Pu Yi" durante la "prigionia rieducativa", è comunque un affresco interessante che, più che riprodurre un'epoca, riproduce bene un dramma interiore esistenziale, non necessariamente identificabile con quello di Pu Yi. Come scrive Tiziano Terzani in un articolo pubblicato nel suo "In Asia" (che consiglio caldamente), Bertolucci per poter girare nella spettacolare location della Città Proibita ha dovuto accettare notevoli compromessi con il governo di Pechino. Esiste un altro film, girato a Taiwan nello stesso periodo (e in risposta al film di Bertolucci) che presenta una visione antitetica degli eventi, molto più critica e decadente, ma anche in questo caso non completamente oggettiva... Consiglio comunque caldamente la visione del film che, in sè e per sè, è forse il capolavoro assoluto di Bertolucci e un must per gli appassionati dell'Oriente.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da IBS, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.ibs.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore