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2011 - Festival di Cannes Miglior Attrice Dunst Kirsten
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Fim terribile, dove la fantascienza fa da contorno, il vero protagonista è la depressione, non se ne comprende la causa, arriva anche nel giorno più bello. Nella seconda parte assume una dimensione cosmica, con il pianeta Melancholia che si avvicina sempre di più alla terra. Sembra allora che il regista cerchi la chiave della depressione in questa discesa verso il nulla. Justine, la malata reagisce più stoicamente degli altri alla fine. Un film proprio da vedere.
Tanto fumo e poco arrosto, così posso descrivere questa pellicola di Lars von Trier. Troppo lento a mio avviso, la seconda parte del film è però sicuramente più avvincente e alza il mio voto finale.
La migliore interpretazioni drammatica di Kirsten Dunst, in un film apocalittico frutto del genio discusso di Lars Von Trier. La protagonista, Justine (Kirsten Dunst) sta per sposarsi, sua sorella Claire si occupa di organizzare la festa del matrimonio nella villa in campagna, dove vive con il marito ed il figlio. Purtroppo un gigantesco pianeta, dal nome "Melancholia", è ormai inevitabilmente in rotta di collisione con la Terra, e la fine è prossima. Il tema, all'esterno, della fine del mondo, e, sulla Terra, quello dell'insoddisfazione che attraversa le vite di tutti i personaggi. Il film è molto introspettivo, in cui la catastrofe naturale imminente mette in risalto tutti i turbamenti, spesso nevrotici, dei protagonisti. Quel pianeta, così luminoso, ora lontano ora vicinissimo, sembra essere la proiezione dei sentimenti malinconici dei personaggi. Forse Justine, metaforicamente, si lascia trasportare dalla lenta corrente del fiume proprio come l'Ofelia (costante il riferimento a Shakespeare) nel famoso dipinto omonimo di John Everett Millais? Premio a Kirsten Dunst per la migliore interpretazione femminile al 64esimo festival del cinema di Cannes, miglior film, scenografia e fotografia agli European film Awards 2011.
Recensioni
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