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Nastro d'argento 2017: Miglior sceneggiatura
David di Donatello 2018: Miglior attore non protagonista: Giuliano Montaldo
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L'incontro fra un vitellone trasteverino e un anziano poeta genovese affetto da Alzheimer (un grandioso Giuliano Montaldo), che invita ad accettare la fugacità della fama e la persistenza della memoria come trascendenza vitale.
Un film molto emozionante, pieno di buoni sentimenti. Ogni tanto fa bene al proprio animo vedere queste storie
I "vitelloni" di Fellini sono rivisti in chiave trasteverina. Uno scapestrato ed i suoi tre amici entrano a contatto con un vecchio poeta affetto da Alzheimer e - con la speranza di trovare un tesoro - fuggono con lui da Roma e dalla realtà. Un film di crescita morale e di maturazione, con un'indimenticabile recita di Giuliano Montaldo, che contrappone il suo accento riposato al romanesco dei ragazzi che, per ora, non hanno grandi ragioni per vivere. Ma il vegliardo, già dimenticato in vita come autore di successo, ha molto da trasmettere al protagonista, che qualche volta confonde col fratellino deceduto. Una frase per il bronzo: "Nella poesia puoi amare chi ti pare; nella vita ami solo la persona che hai accanto". Da ricordare le belle immagini notturne della Piazza dei Cavalieri e dei lungarni di Pisa.
Recensioni
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Una riflessione profonda e uno sguardo sensibile capace di graffiare il muro di ogni possibili indifferenza
Nasce da un vissuto familiare questo film che si colloca al vertice della filmografia del Francesco Bruni da sempre regista e sceneggiatore di qualità. Suo padre è da qualche anno affetto dal morbo di Alzheimer e ha progressivamente sviluppato una regressione verso il passato che ha fatto divenire 'reali' persone e accadimenti che avevano avuto luogo decenni prima. Uno di questi risaliva all'epoca del cosiddetto 'passaggio del fronte' in Toscana nel corso della salita degli americani verso il Nord durante la seconda guerra mondiale. Da questo episodio è nata in Bruni l'idea del film nel quale si percepisce ad ogni battuta la sua straordinaria capacità di scrittura attenta, in ogni situazione, ad evitare le secche della retorica e la melassa del sentimentalismo. Bruni ci porta a passeggiare insieme a questo anziano signore a cui la malattia non ha fatto perdere la signorilità del gesto e la sensibilità del poeta.
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