Submarine

Un racconto di formazione che è un gioiellino; originale e toccante. Splendida colonna sonora per un film di una malinconia struggente, eppure vitalissima. Assolutamente da recuperare, introvabile nei dizionari canonici. Peccato per gli extra, cospicui ma non sottotitolati secondo una brutta tradizione di alcune case distributrici home video.

"And I speeeent aaaall night, stuck on the puzzle" - Canta così Alex Turner, frontman degli Arctic Monkeys, autore della colonna sonora acustica di questo piccolo cult arrivato nei cinema ben dieci anni fa: SUBMARINE. Richard Ayoade adatta un romanzo di successo e dirige questo grottesco coming-of-age con la libertà di chi conosce il cinema e si diverte sperimentando con le forme e i mezzi. Gli esperimenti sono anche quelli tipici dell'età dei protagonisti, adolescenti alle prese con turbamenti, ideali, dolcezza e imbarazzi da fronteggiare con ironia e cinismo. Il protagonista di Submarine è Oliver, narratore poco affidabile della storia, quindicenne con l'animo di un trentenne: ansioso, solitario, e uno spirito da poeta romantico, nel senso struggente del termine, che trova spazio nel suo diario in cui annota tutto. Ovviamente anche il suo desiderio di perdere quanto prima la verginità, magari con la ragazza per la quale si è preso una cotta, Jordana: lunatica, estroversa, e anche lei problematica con la sua leggera piromania. Insieme ne passeranno tante, tra primi appuntamenti, prime volte, crisi familiari e gelosie. Submarine è un film felice-triste, che mette in mostra sapientemente le verità adolescenziali in tutta la loro vulnerabilità, e regala momenti di confortante comprensione. Come diceva Sam a Charlie in un altro dei migliori film sull'adolescenza, The Perks of Being a Wallflower (Noi siamo infinito), "Welcome to the island of misfit toys". Isola di cui Oliver e Jordana sono degni abitanti. Disadattati come noi.