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Psicologicamente potente, non per tutti ma affascinante e conturbante.
Ispirato a un racconto di Murakami, Burning procede accumulando eventi e intrecci tra tre personaggi che rappresentano tre poli opposti, fino al finale sconcertante, eppure intuibile. Il film, che assume progressivamente una dimensione quasi onirica, illumina anche alcuni aspetti della moderna Corea, divisa tra vita urbana e suburbana, legami generazionali, ricchezza e squallore, illusione e realtà, desiderio e immaginazione. Il tema della scrittura e dell'ispirazione si avvolge su tutta la pellicola.
Ci ha messo otto anni per tornare. Troppi. "Burning" osserva e racconta la società della Corea del Sud, tendendo però un orecchio verso il Nord. Si focalizza sulle nuove generazioni, ma tratteggia anche i genitori, presenti o assenti; mette al centro della storia due personaggi maschili, ma ci parla (anche e soprattutto) della condizione delle giovani donne sudcoreane. Contrappone classi sociali, luoghi, paesaggi. E nell’accumulare e sovrapporre, sia narrativamente che nella messa in scena, gioca di sottrazione. Non un paradosso, ma la capacità non comune di essere essenziali, di saper concentrare in una sequenza, se non in una sola inquadratura, il crescendo inarrestabile della componente thriller (l’inquadratura in cima alla collina, accanto al lago, con la macchina a celare Jong-su alla vista di Ben) o le contraddizioni dell’amore e dei rapporti interpersonali. "Burning" è un oggetto strano, sfuggente, che si presta a diverse letture. Sul piano morale, ad esempio, Lee ci costringe a ricalibrare continuamente il punto di vista sui tre ragazzi. Un po’ come il micio che c’è o non c’è. Come il pozzo: fantasia lontana, ricordo offuscato o metaforica verità? Quanto valgono le parole, i ricordi e persino quello che vediamo? A chi dobbiamo credere? A chi decidiamo di credere? Si può credere a una madre che ha la consistenza di un fantasma e che sembra incarnare tutti i difetti di una cinica vegliarda imbevuta di consumismo? Intanto, dalle montagne, la propaganda del Nord continua a farsi sentire… Volendo sovrapporre lo scrittore Lee all’aspirante scrittore Jong-su, protagonista di questa storia, ci si trova impantanati in una ammissione del ragazzo, in stallo creativo, incapace di comprendere il mondo. E quindi di raccontarlo. Che è esattamente quello che "Burning", attraverso le immagini, riesce a fare.
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