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Indice
La mafia non è una piovra né un cancro, non è misteriosa né invincibile: spiega Luciano Violante, presidente della Commissione parlamentare antimafia nella scorsa legislatura. Per affrontarla e vincerla non servono metafore né retorica ma conoscenze precise e lucide analisi come è il caso di queste dodici tesi. La mafia è fatta di uomini, danaro, armi, relazioni politiche. Basti dire che, con un giro d'affari di circa 69 000 miliardi l'anno, la mafia è il secondo gruppo italiano dopo l'Iri. Cosa Nostra, n'drangheta, camorra hanno costruito insediamenti stabili nel tessuto sociale delle aree piú povere del Meridione diventando una componente strutturale del sistema economico di quelle regioni. Attraverso potenti connivenze con gli apparati pubblici l'apparato della mafia ha conosciuto una crescente integrazione nel sistema economico e politico italiano dando luogo a estese pratiche corrutive. Recidere ogni legame occulto tra la mafia e la classe politica è il compito principale: se la mafia fosse infatti l'anomalia di un sistema fondamentalmente sano, la repressione sarebbe sufficiente, ma essa è, al contrario, parte integrante della nostra storia recente. Va perciò affrontata con una azione di riforma della vita politica dell'intero Paese e con programmi di riequilibrio delle disfunzioni economico-sociali del Meridione. A questi impegni bisogna affiancare una «antimafia dei diritti» fondata sul rispetto di ciò che a ogni cittadino è dovutoe su una piú autentica educazione alla cultura della legalità. Contro la mafia non servono misure straordinarie: sono vincenti il senso dello Stato e la fiducia nella democrazia.
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