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Perchè gli italiani si identificano così fortemente nella propria cucina? La storia che si snoda nei secoli e che Dickie ricostruisce con attenzione ne spiega le origini, sorprendendoci di pagina in pagina. Un libro da tenere in cucina, da leggere e rileggere magari mentre cuciniano un piatto a lunga cottura, condividendo con l'autore un giudizio finale tutto sentimentale: eh sì, la cucina italiana è buona, forse la migliore del mondo!
Gli storici inglesi sono maestri nel presentare un racconto documentatissimo, con tutti i riferimenti documentali a sostegno del proprio racconto, scritto con quello stile discorsivo, umoristico, che rende il racconto storico godibile e affascinante. Ecco quindi che Dickie ci porta attraverso i secoli e i luoghi d'Italia alla scoperta dei sapori che hanno fatto della cucina italiana un unicum, divesificatosi nel tempo, ma saldo nella tradizione di privilegiare il gusto lento del ritrovo conviviale. Questa storia risulta affascinante; sfata qualche luogo comune, ma ribadisce la tradizione di un piacere del mangiare a cui non vogliamo rinunciare, a cui anche la pubblicita' fa riferimento per affermare i prodotti industriali, presenti nelle nostre tavole, ma cucinati secondo le varie antiche ricette.
Recensioni
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I piatti della cucina italiana sono famosi in tutto il mondo. Non così note sono invece le loro vicissitudini nel tempo. Ci voleva l'occhio esperto di uno storico e giornalista, inglese per nascita ma profondo conoscitore del nostro paese, per scoprirne i segreti più reconditi e raccontarli in questo libro, che ripercorre la genesi e l'evoluzione della gastronomia italiana dal Medioevo ad oggi. Con lo sguardo un poco distaccato dello studioso straniero, mosso da curiosità e allo stesso tempo da stupore e ammirazione, John Dickie, già autore di un libro di grande successo sulla mafia, Cosa nostra, si immerge nei colori, nei gusti e nei profumi delle nostre tavole coinvolgendo in un'analisi avvincente e piena di sorprese anche chi da sempre è abituato ad assaporare tante e tali meraviglie del palato. Con gusto si rivela infatti non solo una storia approfondita e ben documentata di ricette e prodotti caratteristici, ma anche e soprattutto la storia della nostra cultura culinaria, dell'arte tipicamente italica del mangiare bene, insomma è il racconto del rapporto d'amore che da sempre lega noi italiani al cibo, espressione più autentica della nostra personalità. "Il cibo italiano, quando è al suo massimo, è carismatico - scrive l'autore nell'introduzione – e lo è per via di quel suo rapporto quasi poetico con il territorio e con l'identità". "La cucina italiana" osserva inoltre Dickie "è una cucina cittadina", dunque la sua origine deve ricercarsi nelle case dei grandi centri piuttosto che nell'ambiente bucolico della campagne dove era spesso la fame a fare da padrona.
Sulla base di queste tesi ispiratrici, il saggio si articola in capitoli dedicati non solo alle varie epoche storiche, ma anche a regioni e città il cui ruolo fu fondamentale nello sviluppo della cucina d'Italia. Si parte dalla Palermo del XII secolo, dove si rintracciano le prime testimonianze del consumo di vermicelli di grano duro essiccati, si passa poi alle ricchezze della tavola milanese del XIII secolo e al sapiente uso delle spezie nella Venezia del Trecento, per approdare agli sfarzi ideati dalla fantasia dei grandi cuochi del Rinascimento per il desco di vescovi e papi. Avvicinandosi ai nostri tempi, ecco la Napoli del Settecento e i suoi "mangiamaccheroni" e la "mitica" pizza Margherita, tributo alla sovrana della nuova Italia unita ottocentesca, per giungere nel XX secolo, in tempi di autarchia fascista, al piatto tipico dell'ideale massaia italiana: la minestra, nelle sue molteplici declinazioni, riso, zuppa o pasta. Per finire, dopo le ristrettezze belliche, si giunge, insieme al boom economico, al miracolo gastronomico degli anni Cinquanta, che garantì a tutti una ricca alimentazione prima riservata solo ai ceti abbienti. Dickie sceglie come simbolo di tale rinascita il tortellino, la cui parabola gloriosa è oggi simboleggiata in modo esemplare dal successo di un noto produttore, che compare in prima persona negli spot dei suoi prodotti.
Basato su rigorose fonti documentarie , Con gusto fa ampio riferimento per le sue argomentazioni a opere storiche, come gli scritti del De Magnalibus Mediolani di Bonvesin de la Riva, il Libro per cuoco, ricettario in dialetto veneziano del XIII secolo, la celeberrima opera di Pellegrino Artusi, pietra miliare della gastronomia italiana dell'Ottocento oppure il libro degli anni Trenta di Fernanda Momigliano Vivere bene in tempi difficili: come le donne affrontano le crisi economiche. Alla ricchezza di contenuti si affianca inoltre uno stile limpido e scorrevole che coniuga la preparazione e l'acutezza dello storico alla leggerezza e alla fluidità di narrazione tipica del giornalista. Il risultato è una lettura piacevole, adatta al vasto pubblico di lettori e naturalmente a tutti coloro che vogliono saperne di più sui piatti che affollano la nostra tavola e su come hanno accompagnato la storia del nostro Paese.
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