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Anno edizione: 2000
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L'inchiesta di Leopoldo Franchetti sulle condizioni politiche e amministrative della Sicilia non rappresenta solo uno dei più alti esempi di indagine sociale della cultura italiana dell'Ottocento; essa è ''forse il primo e più'' rilevante luogo d'origine di due cruciali ''questioni'' che hanno attraversato e tuttora connotano il dibattito civile dell'Italia contemporanea: la questione meridionale e la questione mafiosa.
Liberale, cresciuto sotto l'influsso intellettuale del positivismo di Stuart Mill, fervente ammiratore dell'esperienza del self-government inglese, il giovane Franchetti si legò, nell'ambiente fiorentino degli anni settanta dell'Ottocento, a Pasquale Villari e a Sidney Sonnino, costituendo con loro un gruppo di intellettuali conservatori, apertamente contrari all'avvento della Sinistra al potere. Ai loro occhi, la questione sociale, irresponsabilmente sottovalutata dalla classe politica governativa, si presentava invece con caratteri di estrema drammaticità; nel Mezzogiorno, poi, essa era resa ancora più acuta dalla piaga endemica del clientelismo e dal dilagare di forme efferate di violenza criminale. La realtà siciliana, in particolare, era allora al centro dello scontro politico: roccaforte elettorale della Sinistra, l'isola si presentava al tempo stesso come il luogo di massima tensione sociale e di più acuta recrudescenza delittuosa, tanto da indurre la stessa maggioranza ad approvare l'istituzione di una Giunta parlamentare d'inchiesta sulla Sicilia.Fu in questo contesto che i giovani Franchetti e Sonnino decisero di recarsi in Sicilia per condurre un'inchiesta privata, che non fosse vincolata dagli equilibri e dalle contingenze che potevano condizionare la Commissione ufficiale: essi visitarono la regione nella prima metà del 1876, e scrissero poi separatamente i due volumi dell'inchiesta (Franchetti sulle condizioni politiche e amministrative, Sonnino sui contadini).
Il testo di Franchetti, in particolare, fissa i caratteri essenziali di un giudizio sulle peculiarità della realtà meridionale che ha assunto con il passare del tempo la forza di una ''verità indiscussa''. La ricchezza e l'efficacia della descrizione si accompagnano a un fervore politico e programmatico di grande intensità: sottrarre i meridionali ai loro nefasti gruppi dirigenti; imporre l'autorità dello Stato e il dominio della legge; riscattare ''secondo la più essenziale ispirazione di ogni meridionalismo'' il Mezzogiorno prima di tutto da se stesso.
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