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Recensioni Confesso che sono stata uccisa. A private war. La vera storia di Marie Colvin

Recensioni: 4/5
La vera storia di Marie Colvin. Un racconto sulla guerra che da anni insanguina le strade della Siria e che ha causato la morte di migliaia di persone.

«Impressionante. Lo sconvolgente resoconto di un gruppo di coraggiosissimi reporter e fotografi inviati in Siria e del prezzo che costa raccontare la guerra»The Sunday Times

«Il collega della Colvin, Paul Conroy, fotografo di guerra, descrive la loro esperienza in Siria, dove la giornalista è stata uccisa da un missile. Il libro di Conroy racconta la loro avventura sotto copertura tra le linee nemiche per seguire il fallimento delle forze governative contro i ribelli»The Bookseller

Marie Colvin era la repor¬ter di guerra più famosa al mondo, sempre in prima li¬nea e pronta a tutto pur di far bene il suo lavoro. La ferita all'occhio sinistro e la perdita della vista, a causa della quale portava una benda nera, se l'era procurata proprio così, sul campo. Quando il «Sunday Times» la manda in Siria senza visto, insieme con il fotografo Paul Conroy, Marie capisce che si tratta di un viaggio molto pericoloso: lei e Paul dovranno infatti infiltrarsi tra i ribelli della città di Homs, nel cuore del conflitto, per raccontare al mondo intero gli orrori di una guerra senza quartiere. Si ritrovano all'inferno: edifici in fiamme, artiglieria pesante, centinaia di civili morti. Un missile centra la zona dove i due sono nascosti e nell'attacco Paul viene ferito, mentre Marie resta uccisa. In questo libro, Conroy ci racconta non solo la drammatica vicenda umana di Marie Colvin – una donna straordinaria, mossa dall'implacabile desiderio di testimoniare in prima persona atrocità e ingiustizie, e insignita di prestigiosi premi per la sua attività giornalistica, dal riconoscimento come Miglior Giornalista Inviato dell'Anno al Premio Anna Politkovskaya – ma anche la storia di una profonda amicizia, nata proprio sulle basi di una missione in comune: far sapere a tutti che cos'è davvero una guerra.)
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