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Concordo con quanto scritto da Maurizio, ma con alcune precisazioni: - ok per le piccole correzioni alla comunque ottima traduzione di Guzzardi, tranne che per quella a pag 60: si tratta effettivamente di una "cancellazione" delle onde e non, come erroneamente suggerito da Maurizio, di una "correlazione" perché per ottenere delle macchie assolutamente nere sul quadro occorre che la sovrapposizione delle onde dia come risultante un'ampiezza nulla - in effetti la sponsorizzazione dei molti mondi fatta da Bruce è un po' fastidiosa e toglie autorevolezza al libro: è noto che si tratta di un'ipotesi al limite - o, a detta di molti fisici, ben dentro - della fantascienza e che sia presentata come quella più probabile è veramente fuori luogo - dove però si fa veramente prendere la mano è nella critica alle posizioni di Bohr (pag. 78-84) accusato addirittura di codardia intellettuale per avere sistematicamente rifiutato posizioni di "dietrologia ontologica" derivanti da speculazioni fantasiose sui "veri motivi" dei paradossi quantistici (fra le quali avrebbero potuto benissimo esserci state quelle su pluriversi & co...) - singolare poi lo strafalcione su Von Neumann che secondo Bruce avrebbe rivisto le sue posizioni sul collasso quantistico scritte nel 1932 - e quindi prima di EPR e gatto di Schrodinger pubblicate nel 1935 - "se fosse vissuto più a lungo": ma Von Neumann è vissuto fino al 1957! Comunque il libro è sicuramente da leggere.
Testo difficile, senza dubbio. Bisognerebbe essere degli esperti per dare un giudizio con cognizione di causa, io non lo sono e posso solo dire che l’opera, senza dubbio apprezzabile per il suo impianto e per lo sforzo che ci sta dietro, non riesce a essere molto divulgativa e, talora, scoraggia il lettore meno tecnico. Ma questo è senza dubbio un limite, più che del libro, del lettore meno tecnico, appunto. Tuttavia essa non emana quel fascino arcano e sorprendente che spesso caratterizza tanti libri di fisica e astrofisica. E poi non mi sembra legata da quella coerenza intrinseca che aiuterebbe i lettori più sprovveduti come me. Ad esempio, io ci ho messo un bel po’ a capire (ammesso che l’abbia capito) il significato autentico e paradossale dell’esperienza dei biglietti della lotteria con cui il libro si apre e che viene costantemente ripresa. Insomma, l’autore, pure bravo, poteva essere forse un po’ più esplicativo, almeno su certi argomenti. Comunque, ne circolassero fra il pubblico di libri così, con tutte le stupidaggini da cui è caratterizzata la nostra “offerta culturale”: mi dispiace dare un voto un po’ bassino, ma se il giudizio deve essere dettato dall’esperienza personale del testo, per me è così. Avessi studiato materie scientifiche all’Università avrei senza dubbio dato un 4 o un 5.
Diciamocela tutta: in questi ultimi anni sembra che nessuno si possa dichiarare felice se non scrive un libro sulla meccanica quantistica. Anche Colin Bruce, di cui Cortina aveva già tradotto un paio di libri, si è dedicato al tema. Bisogna dire che Bruce è un ottimo divulgatore, e il libro si fa leggere molto bene; inoltre uno dei punti a favore dell'opera è che finalmente non si leggono soltanto i resoconti "classici" della meccanica quantistica, quelli insomma che hanno ormai tre quarti di secolo, ma anche quelli dei fisici di oggi. Resta un unico problema: anche Bruce è comunque un evangelista, e quindi fa di tutto e di più per dimostrare che l'interpretazione da lui preferita, quella dei molti mondi, è quella "reale". A suo onore va detto che - anche se ogni tanto mischia un po' le carte in tavola - non nasconde le altre posizioni; però bisogna stare attenti a non farsi prendere dall'entusiasmo mentre lo si legge. Un'ultima nota sulla traduzione. Luca Guzzardi è stato molto bravo sia a mantenere lo stile vivace di Bruce nella traduzione che ad aggiungere delle utili note a piè di pagina; ho così scoperto ad esempio che il vero nome di Monty Hall era Maurice Halprin. Però ogni tanto, come del resto il buon Omero, sonnecchiava; ci sono così degli errori di traduzione. A pagina 54, il treno si contrae "a" (non "di") una piccola frazione; a pagina 60, la "cancellazione" perfetta delle onde è in realtà una "correlazione"; a pagina 106, se il gatto è morto l'astronauta è "triste"; a pagina 239, la probabilità è "bassa".
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