Le consapevolezze ultime
- EAN: 9788806238605

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«Ma una voce è una voce e uno sguardo è uno sguardo e un ascolto è un ascolto ovunque, e non esistono deserti, esistono habitat nascosti alle brame umane o in divenire che non sono meno vivi solo perché non li abiti tu o non farai più in tempo a viverci, questa è la realtà e questa è anche la mia consapevolezza ultima, di altre non saprò che farmene.»
Aldo Busi è nato il 25 febbraio 1948 a Montichiari, dove ha mantenuto la residenza fiscale. Allontanandosi prima con la mente che con il ventre da una cena mondana tanto esilarante quanto amara, benché esibita come fastosa e gustosa da una consorteria di commensali impuniti per statuto, e passando per un ricordo d'infanzia dell'inossidabile Barbino di Seminario sulla gioventù, attraverso se stesso Aldo Busi ci racconta le tragedie di un mondo in cui, insieme allo sforzo di nascondere l'ipocrisia, si è perso anche l'ultimo barlume di compostezza etica: il patto sociale è stabilito da chi ha potere e denaro sufficienti per calpestarlo. In una società popolata da uomini e donne così arroganti da pretendere di esserne i protagonisti disperati e interessanti, dove si comunica a occhiate o facendo l'occhiolino e la lingua è corrotta non meno dei costumi, tutto contribuisce ad alimentare lo stolto chiacchiericcio che copre – anzi permette di non ascoltare – persino una drammatica richiesta d'aiuto lanciata dal cuore del Mediterraneo.

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28/09/2019 06:02:23
Primo libro che leggo di questo autore; onestamente non mi e' piaciuto in modo particolare; c'e' un poco di gia' visto nella rappresentazione della high society cafona che popola questa scena. Se da una parte si condivide senza fatica la posizione dell'autore, dall'altra non se ne ricava nulla di particolarmente memorabile. La lingua e' incisiva, a tratti risentita, ma in fondo pare un esercizio di stile.
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25/09/2019 16:48:10
carino
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11/03/2019 19:52:45
Sono parecchi sono gli obblighi morali accorpati nel testo, talmente ovvi da essere eclatanti uno dietro l’altro: non riciclare nei paradisi offshore, non inquinare l’orticello dove ti coltivi le melanzane per le conserve sott’olio fatte in casa, se hai quattordici anni e vai a un party pieno di star alticce abbi il buon gusto di essere lo stupratore e non lo stuprato altrimenti che figura da zimbello, e se inviti gente a tavola: passi usare il servizio buono di plastica colorata, ma più che il profilo trendy e evergreen dal mascellone in rilievo sui bicchieri mettici una crocetta uncinata o un Alberto da Giussano, e è inutile avvelenare la sangria bianca: il veleno più pericoloso resta quello che viene sversato negli orecchi di chi ascolta passivo, ed è subito Shakespeare; ma è l’Amleto della Bassa.
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22/09/2018 14:00:23
Il solito dirompente Aldo Busi che si abbandona a un flusso di coscienza in cui mette al centro sé stesso e fa si ruotare attorno un universo di macchiette, specchio della peggiore italietta. Libro che si legge tutto d'un fiato, grazie alla prosa splendida e divertente di Busi.
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06/09/2018 14:36:04
Tutti i colori della vita, senza temere le sfumature dal grande Maestro Busi
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10/08/2018 23:39:49
Letto in pochissimo tempo. Comprato per caso un pomeriggio in cui ero un po' giù di morale, ho trascorso un gran bel sabato, era proprio ciò di cui avevo bisogno. Un'analisi dissacrante, quanto profonda sulla nostra società, un grido di dolore - forse l'ultimo? - del nostro Busi. Consigliatissimo.
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27/04/2018 22:37:58
L’ho letto due volte e non prevedo passeranno molti giorni prima di una terza lettura: perché il libro di Busi più lo si legge più vien voglia di rileggerlo cioè di leggerlo meglio, di sentire come tutte le sue parti stiano assieme per come Busi riesce a farcele stare, perché una vita è tanto i suoi frammenti quanto l’intelligenza spesa perché possano legarsi l’uno all’altro fino a ottenere un senso che, per fortuna, non sarà mai compiuto; ogni vera ultima consapevolezza sa che è soltanto la penultima: o così o si muore cioè si ‘riga dritto’ nel solco che presto diventa il fosso che ci s’è scavati da soli, e in questo romanzo di Busi a essere vagliati e criticati e denunciati sono tanto gli altri quanto l’io che li denuncia e che per quanti siano i suoi sforzi di non commettere gli stessi crimini certo non può pretendere da sé, cioè dalla sua umanità, di non aver commesso gli stessi errori: errori sentimentali però, non politici, e in Busi la mente deve poter valere più del cosiddetto cuore: solo chi ci mette la mente infatti può ardire a dire di averci messo il cuore mentre chi crede basti avere un cosiddetto cuore perché tutto gli sia condonato molto probabilmente non ha neppure quello, e lo sa e finge soltanto di non saperlo o di non averlo mai saputo. L’amore raccontato da Busi Busi stesso lo chiama amore intellettuale ma anche solo chiamarlo amore rende benissimo l’idea.
