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Anno edizione: 2016
Anno edizione: 2017
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Si nasce minoritari e controcorrente?L’A ripercorre i tempi di guerra e quelli paradossalmente più duri del dopoguerra. L’incontro casuale con Balbo:il marxismo in fondo è un’eresia del cristianesimo: lunghi discorsi tra i due su fede e politica, identità e alterità,personalità. Le doti di Balbo: capacità di ascolto, apertura di sé verso gli altri e verso il diverso da sé. Balbo parla di natura umana, l’A parla di sentimenti medio o di consapevolezza sociale media. L’uomo non ha natura, fa storia, vive e si realizza nella storia che si fa, nei singoli e per i singoli, imprevedibile, come compito di direzione razionale senza garanzie precostituite, da assolversi permanentemente. Critica radicale al mito organizzativistico: tendenza a risolvere i grandi problemi in termini di pura organizzazione risultato inevitabile della mentalità tecnocratica. Nel sapere partecipativo si attenua fino a scomparire dicotomia naturalistica tra ricercatore e oggetto della co-ricerca. Coscienza per Balbo come principio centrale, metafisico e gnoseologico insieme: nuova cultura nel senso di dare parole alla realtà, non la cultura decadente.Non l’uomo generico, non l’uomo come evanescente fantasma concettuale, ma l’uomo in situazione: impostazione di realismo critico e critica radicale del metafisicismo. Bella la sintesi di Balbo:«il giudizio del realismo ingenuo pretendeva in assoluto una perfetta e formulata adaequatio con la Cosa, ma il giudizio dell’idalismo dialettico pretende in Assoluto di possedere in sé, sia pure dialetticamente la Cosa, e il giudizio del materialismo dialettico pretende in assoluto che la Cosa possegga in sé, sia pure dialetticamente, il giudizio, mentre l’esistenzialismo più coerente nullifica in assoluto la Cosa e l’empirismo delle più vari forme empiricizza tutto salvo se stesso., ecc. »: Balbo de-dialettizza il marxismo:gli bastava il materialismo storico o realismo critico, non incompatibile con il realismo ingenuo della tradizione scolastica.
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