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Contro la letteratura. Poeti e scrittori. Una strage quotidiana a scuola - Davide Rondoni - copertina
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Contro la letteratura. Poeti e scrittori. Una strage quotidiana a scuola
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Descrizione


I ragazzi a scuola non si appassionano alla letteratura, anzi, imparano a detestarla. Possono avere in mano Manzoni o Boccaccio, Leopardi o Montale, ma non avviene nulla. "È colpa della tv" strillano spesso dai salotti della tv. "È colpa del ministro" strillano ex ministri, aspiranti ministri o chiunque altro. "Sarà mica colpa degli intellettuali?" si chiedono gli intellettuali. Per Davide Rondoni, autore di questo provocatorio phamplet, la letteratura è l'unico bene antropologico e nazionale del paese. E la scuola la sta distruggendo. La distrugge con gli ismi, che uccidono il gusto e salvano le cattedre; con gli insegnanti, che trattano la letteratura come fosse una fede e ne danno surrogati con cantanti, giornalisti, moralisti. Così Rondoni scrive invettive: una alla signora professoressa, una agli scrittori, che a scuola vanno solo per firmare gli autografi ai ragazzini. Rondoni arriva a una conclusione drastica. La letteratura è indispensabile ma nessuno lo sa. Per renderla davvero necessaria scommettiamo sulla libertà. Rendiamo facoltativo l'insegnamento della letteratura nella scuola italiana.
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Dettagli

2010
2 settembre 2010
134 p., Brossura
9788842816560

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Una scuola diversa. Fatta di libertà. Dove l'obbligo di studiare la letteratura è sostituito dal piacere di scoprirla autonomamente, nel momento in cui il docente la propone, e lo studente si chiede cosa sia. Per leggere ed amare non occorre prima sapere. Contestualizzare preliminarmente l'opera d'arte al fine di renderla fruibile è un imperdonabile errore didattico. Significa snaturare il suo carattere, che è soprattutto espressione di ciò che il normale linguaggio non riesce a comunicare, e a cui lo scrittore di volta in volta inventa, in maniera personale ed estemporanea, un'inedita funzione creativa. Le istruzioni d'uso si addicono solo a un prodotto fabbricato secondo regole prefissate, costruito per servire ad uno scopo preciso ed universale, che non dice nulla del suo ideatore, né si rivolge in modo particolare a nessuno dei suoi utilizzatori, tutti anonimamente equiparati nello strumentale ruolo di clienti/utenti. Il romanzo, la poesia, la novella, per contro, puntano a sfuggire all'uniformità per esplorare nuove possibilità, arrivando fin dove nessuno si è mai spinto, mentre qualcuno, da dietro la pagina, invita il lettore a visitare, insieme a lui, quei luoghi inizialmente sconosciuti ad entrambi. Occorre lasciare che le storie, i versi, le rime parlino individualmente a ciascuno di noi. Senza che nessuno pretenda - dall'alto di una cattedra o di un diploma di specializzazione, magari a secoli di distanza - di decidere cosa l'autore avesse intenzione di rivelarci. Davide Rondoni sostiene la sua tesi - che sarebbe meglio chiamare desiderio - con la convinzione di chi crede incondizionatamente nella vita: quella attuale e pulsante dei nostri ragazzi, e quella, immortale e trascendente, delle verità che, a dispetto del passare degli anni, non smettono di farsi plasmare, docilmente, dai cuori degli uomini di ogni tempo.

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Luigi Dati
Recensioni: 1/5

La proposta di questo libro, rendere facoltativo l'insegnamento della letteratura nelle scuole italiane, è una provocazione e come tale va letta. Si sa bene che le provocazioni servono per attirare l'attenzione su problemi reali. In questo caso, tuttavia, la provocazione rischia di avere un effetto nefasto: nel clima attuale di tagli all'istruzione e di squalificazione irresponsabile non solo della scuola e del corpo docente, ma anche dell'italiano in quanto lingua nazionale e patrimonio comune, non è impossibile che qualcuno al ministero della pubblica istruzione prenda sul serio la proposta di Rondoni e la usi per sfasciare ulteriormente la scuola. Occorre aggiungere, infine, che, per la sua scrittura sciatta e spiacevole, Rondoni è l'ultima persona autorizzata a dire che l'insegnamento dell'italiano possa o debba rimanere facoltativo.

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Davide Rondoni

1964, Forlì

Ha pubblicato numerose raccolte di poesia tra le quali Il bar del tempo (Guanda, 1999), Avrebbe amato chiunque (Guanda, 2003), Apocalisse amore (Mondadori, 2008) e Si tira avanti solo con lo schianto (WhiteFly, 2013). Ha fondato e dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e la rivista «clanDestino». In prosa ha pubblicato Gesù, un racconto sempre nuovo (Piemme, 2013), Hermann (Rizzoli, 2010), Cos'è la natura? Chiedetelo ai poeti (Fazi, 2021) e diversi saggi tra cui: Il fuoco della poesia (Rizzoli, 2008), Contro la letteratura (Saggiatore, 2011) e Nell’arte vivendo (Marietti, 2012). Ha tradotto Rimbaud, Baudelaire e Péguy. Cura programmi e interventi di poesia in tv su Rai e Tv2000.

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