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Il corpo grande. Biografia non autorizzata di una modella oversize
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Il corpo grande. Biografia non autorizzata di una modella oversize - Francesca Mazzucato - copertina
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corpo grande. Biografia non autorizzata di una modella oversize

Descrizione


Una storia quasi vera, non autorizzata, politicamente scorretta, indispensabile. La storia di Jess Spring, del suo blog e del suo percorso: dalla negazione adolescenziale del suo corpo "grande" al raggiungimento dell'amore per se stessa e del suo corpo, che è stato sempre un ingombro e motivo di vergogna, e che invece diventa territorio di rilancio di sé: un lavoro come modella oversize e una nuova collezione sua personale come nascente stilista per taglie forti, la rottura consapevole dei canoni dominanti che esigono corpi magri, perfetti, controllabili, e una nuova visione dei rapporti. Ancora il tema del corpo, declinato da una scrittrice che di questo si è sempre occupata con una cifra narrativa unica e con un accurato montaggio ipercontemporaneo. Siamo soffocati da stereotipi irreali, canoni di bellezza determinati da giornali patinati e da modelle appena più che adolescenti con la fame tenuta a bada da troppe anfetamine. Abiti sempre più stretti, obblighi sempre più rigidi, puoi indossare questo, mai le righe, mai le braccia nude, questo copre e va bene, questo no, indici di massa corporea più rigidi in un mondo reale fluido, dove tutto è cambiamento. I corpi si dilatano e si allargano nel corso di una vita, si crepano, cambiano, si feriscono, acquistano bellezza obliqua, consapevolezza differente. A volte per caso, per scelta. Per il metabolismo che muta, per una malattia, a volte per la fame. Se non si frena tutto questo, arriva un senso di colpa che soffoca e soverchia, toglie il respiro. Sempre più persone soffrono di disordini alimentari, i corpi diventano bollicine, fisarmoniche, aumentano, diminuiscono, aumentano di nuovo, fra lacrime e fasulle soddisfazioni nel tentativo affannoso di somigliare a quello che si vede in televisione o sulle lucide pagine patinate che propongono sogni crudeli di donne bioniche, inesistenti femmine OGM. Si tratta di una rincorsa ansiosa per afferrare, fallendo sempre, una bellezza sempregiovane, sempresana, eterna e inscalfibile. Questo è il messaggio che sfregia soprattutto le donne (ma non solo) ne mina con colpevole consapevolezza autostima e considerazione da decenni. Un messaggio crudele, che non tiene conto di un dato di fatto: tutto cambia, modificando la latitudine, il punto di vista, il cuore e lo sguardo si può vedere la relatività di quello che consideriamo normale e giusto. Adatto e apprezzabile. Tutto cambia col tempo, saremo sempre fuori posto o fuori strada se non comprendiamo e "abitiamo" le nostre imperfezioni. Possiamo farle splendere. Nessuno è sbagliato. Dobbiamo vivere e sentire il nostro corpo, dargli valore.
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Dettagli

2016
17 ottobre 2016
180 p., Brossura
9788861556522

Voce della critica

Grasso è bello, ma non ditelo a noi contemporanei che amiamo le figure longilinee e i pensieri poco ingombranti. Per questi motivi, il libro di Francesca Mazzucato rischia di aizzare l’ira delle nostre anoressiche convinzioni, sempre pronte a puntare il dito contro chi prova a mostrare loro altre forme.

Devo fare subito una precisazione, attraverso quest’opera, l’autrice bolognese non elogia l’obesità, ma la bellezza.

La bellezza è un parametro di giudizio soggettivo, renderlo oggettivo e segregarlo entro certi limiti, ha reso la nostra società intollerante verso chi ha qualche chilo di troppo. Soprattutto la donna è ormai schiava dei giudizi sul suo corpo. Il responso della bilancia viene atteso con ansia. La Mazzucato si rivolge soprattutto al mondo femminile. Racconta la storia di una ragazza che vive male il rapporto con la sua grassezza, colpa di una società che bada solo all’apparenza. Eppure, la giovane protagonista non si spezza sotto il peso delle mortificazioni, ma combatte, inventa un blog e aspira a diventare una modella curvy.

La Mazzucato prende spunto da una storia vera e dà voce a quella piccola rivoluzione iniziata alla fine degli anni ’60, attraverso cui l’obesità è stata difesa. Ma ancora una volta è giusto ribadire che l’intento dell’autrice è quello di difendere il diritto di ogni persona a non essere offeso per le proprie forme. Ogni giorno sentiamo di storie di bullismo e di emarginazione nei confronti di chi ha un corpo fuori dai canoni imposti dalla società, e anche se inorridiamo di fronte a queste dimostrazioni di intolleranza, gli attacchi verso chi è fuori forma abbondano e sono entrati nel nostro linguaggio quotidiano.

Certamente, l’autrice bolognese si rivolge a tutti. Chi ha un corpo grande imparerà a trarre il meglio da esso; chi invece fa dello scherno la sua arma vincente, avrà modo di valutare il fenomeno da un altro punto di vista. Infatti, il libro della Mazzucato non è solo un romanzo, ma studia il fenomeno dal punto di vista sociologico e psicologico. Per fare questo, viene utilizzata una scrittura intima, priva di tabù. La protagonista si osserva e si racconta, non fa del suo disagio un luogo in cui rinchiudersi, ma lo usa come avamposto dal quale combattere con tenacia ogni pregiudizio. La storia che ci viene presentata è a tratti commovente e ci fa toccare con mano il dolore di chi ha solo la colpa di avere un corpo fuori misura. Ma secondo voi questa è una colpa?

Logicamente, non vi svelerò il finale. Posso solo aggiungere che siamo in presenza di un libro particolare, da leggere e da divulgare il più possibile, perché tratta un tema di stretta attualità, sintomo della nostra degenerazione culturale.

Non sembra anche a voi ambiguo il fatto che nell’epoca dell’opulenza e del benessere, tutto debba rientrare in forme longilinee e poco ingombranti?

Recensione di Martino Ciano

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