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Anno edizione: 2021
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Anno edizione: 2007
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Mah, sono rimasto un po' perplesso. Per carità, la storia si muove bene nella Genova del tragico luglio 2001 ed il racconto è in molte fasi anche emozionante. Il romanzo, tuttavia, mi ha dato la sensazione di non essere né carne, né pesce, rimanendo nel complesso un po' troppo appeso tra le vicende private e le riflessioni personali del protagonista (intime, molto ben sviluppate anche se talvolta un po' leziose) ed una partecipata cronaca (senza approfondimenti o analisi particolari) dei fattacci genovesi.
Non potevo che finire di rileggerlo a casa, quel libro. Sprofondata sulla poltrona e appoggiata alla scrivania dello studio, con entrambe le mani a sorreggermi la testa. L’ho finito qui, sapendo che alla fine avrei versato quelle lacrime che mai a nessuno avrei voluto mostrare, con Where the streets have no name degli U2 a scandire quelle ultime righe, le immagini di Genova che scorrono e gli occhi bassi di Elisa in mente. Era inevitabile. Troppo forte il bisogno -il suo- di raccontare un dolore ancora vivo nonostante gli anni. Troppo forte la necessità -la mia- di liberarmi di quello stesso dolore che lui ha voluto condividere con il libro. Lacrime cariche di una storia, quella dell’umanità, che si incrocia ad altre storie personali, intime, che rinunciano alla lettera maiuscola per passare inosservate, ma che bruciano allo stesso modo in chi le racconta. In chi decide di raccontarle adesso, quelle storie, “anni dopo”, per far riaffiorare quella memoria dimenticata da tutti per comodità. Una comodità che ha fatto perdere le tracce dei colpevoli e, soprattutto, quelle della sofferenza. Quelle che hanno imbrattato i muri delle strade di Genova, della Diaz e della caserma di Bolzaneto. Quelle che qualcuno si era raccomandato di non cancellare. Don’t clean this blood, per non dimenticare, appunto. Leggetelo "Cosa cambia", leggetelo. Non è la storia banalmente racontata del G8, non è la storia di chi si crede un eroe per esserci stato. E' la storia di un uomo che ha annodato la sua esperienza di reporer con quella, molto più umana, di creatura razionale.
Non ero mai venuto a vedere queste pagine, a controllarle, come fanno tutti gli scrittori. Troppo era il timore di non trovare nemmeno un commento, consapevole che ciò avrebbe sancito il semi-fallimento del romanzo. Ci sono venuto stanotte e ho trovato il commento di Loris e adesso voglio ringraziarlo, qui, per aver letto Cosa cambia e averlo consigliato ad altri ipotetici lettori. Grazie, rf p.s. Per poter pubblicare questa risposta mi si dice che devo esprimere un giudizio. Metto lo stesso che ha deciso di dare Loris.
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