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Cosmetica del nemico
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Cosmetica del nemico - Amélie Nothomb - copertina
Cosmetica del nemico - Amélie Nothomb - 2
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Cosmetica del nemico

Descrizione


Tutto comincia nella sala d'attesa di un aeroporto. Non poteva essere altri che lui, una vittima perfetta. È stato sufficiente parlargli. E aspettare che la trappola scattasse. Tutto finisce nella sala d'attesa di un aeroporto. Va detto comunque che il caso non esiste. Un giallo? Forse. Certamente la doppiezza dell'uomo, la crudeltà, la bellezza e la bruttezza.
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Dettagli

2003
1 gennaio 2003
112 p.
9788888700007

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Anon
Recensioni: 5/5
Stupendo

Una scrittrice eccezionale ed ennesimo libro che si divora in un attimo e che ti lascia sempre a bocca spalancata quando lo finisci.

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magnifica
Recensioni: 5/5
Pazzesco

Mi ha letteralmente tenuta incollata alle pagine fino alla fine. L'ho cominciato e finito in una sera.

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Anto
Recensioni: 5/5

Coinvolgente, inaspettato, di facile e veloce lettura.

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Voce della critica

Nessuno alle prime pagine di questo fulminante racconto, come sempre in eccellente traduzione, sospetta che un incontro d'aeroporto, in attesa di un aereo in ritardo, fra due sconosciuti, entrambi quarantenni, uno brutto, gracile, dal curioso nome di Textor Texel, l'altro bello, ben vestito, un manager dal "colletto bianco" e dal significativo nome di Jérôme Angust (angusto e non augusto!), si spacchi come un guscio per rivelare il delitto (vero, supposto?) di un paranoico. Il paranoico è privo delle bizzarre incoerenze che caratterizzano lo schizofrenico, nel suo delirio ha una logica ferrea e fuori di esso può condurre per anni una vita normale e addirittura di eccellere in una professione. Ma è anche colui che fa sempre esattamente ciò di cui ha voglia, e le voglie umane si sa che sono insospettate e terribili.

La giovane scrittrice belga, al suo decimo libro, è un talento teatrale: il racconto è un dialogo fra i due. Male e dolore si superano per Nothomb nell'estasi estetica, e il significato - crudelmente estetico - della vicenda è sintetizzato in un'inedita identificazione di cosmo e cosmetica: "Agisco - dice l'uno - in base a una cosmetica rigorosa e giansenista". E l'altro: "Cosa c'entra adesso la cosmetica?" Risposta: "La cosmetica è la scienza dell'ordine universale, la morale suprema che determina il mondo". E cosa ne verrà? Nell'ultima pagina un ignoto, davanti agli occhi esterrefatti dei passeggeri in attesa, si fracassa la testa contro il muro.

Chi ha letto i precedenti racconti di Nothomb riconoscerà qui i suoi topoi o fissazioni - ma è dell'autore di rango avere delle fissazioni riconoscibili dal lettore, ossia una personale topografia, da cui non può prescindere perché gli viene dal profondo - questa e non un'altra. Di qui sorgono la figura dellÆemmerdeur, lo scocciatore (vedi Le Catilinarie, Guanda, 2002), la repulsione per il cibo (vedi le mostruose carpe in Metafisica dei tubi - Voland, 2002 -, e in quest'ultimo racconto lo strafogarsi con lo schifoso cibo dei gatti , inizio di un percorso di aberrazioni), la scoperta di un delitto - l'uccisa è sempre una bella donna e la miopia della giustizia non può individuarle il colpevole (vedi Igiene dell'assassino, Guanda, 2002), l'uomo brutto, reietto che ama di un amore delirante una bella donna irraggiungibile (ossia la bella e la bestia, vedi Attentato, Voland, 1999, e Mercurio, Voland, 2000; cfr. "L'Indice", 2000, n. 11), l'impossibilità dell'amore e, soprattutto, la verità orribile che ognuno uccide ciò che ama. Questa verità o romantico, estremo sentire dell'amore o creduta equivalenza fra sesso e omicidio, è anche al centro di Cosmetica del nemico. Ma uccidiamo metaforicamente, dentro di noi, o uccidiamo in realtà? Non lo sapremo mai.

Nel serrato processo di Cosmetica del nemico, impeccabile racconto giallo, mosaico dove tutto combacia al millimetro, c'è solo una pecca, minima, una tessera in meno: l'invito a casa della vittima avviene in un giorno casuale, non previsto, e solo dopo l'autrice aggiunge che l'uccisore era "un criminale che ha il gusto degli anniversari" e che si trattava di un venerdì santo. Ma salta all'occhio proprio perché il mosaico è perfetto, anche dal punto di vista psichiatrico. Forse il venerdì santo non era necessario, come forse non era necessario far passeggiare la vittima in un cimitero e ambientarvi lo stupro. Oppure sì? I due uomini all'aeroporto, l'assassino e il suo doppio, amano il loro oggetto solo quando è lontano o ancor meglio defunto, e sono incapaci di un rapporto naturale in cui senza tragedie confluiscano sesso e affetti. È tipico di molti artisti, e in questo senso anche questo racconto parla come gli altri della sua autrice.

Nothomb, col suo modo radicale ma mai rancoroso di buttare all'aria ogni buonistico luogo comune, ha radici profonde. Il suo aristocratismo le affonda nella cultura classica e in Nietzsche, l'estetismo - che potrebbe semmai essere il suo punto debole - le trova nella décadence di fine Ottocento, la sua scanzonata lucidità nell'illuminismo francese, e il suo indubbio penchant per il pensiero metafisico e la purezza dei mistici si appoggia a Pascal. Pascal rappresentante della famosa scommessa e di quel "bisogno di Dio che non ha mai avuto a che fare con l'intelligenza". Il bello, la libertà di questa superintelligente scrittrice è che è pronta a guardare al di là dell'intelligenza.

Il riferimento a Pascal e al giansenismo - dottrina della predestinazione - è anche in quest'ultimo libro esplicito e frequente. Il giansenismo, ha affermato Nothomb, è la sola variante onesta di cristianesimo che ci sia: oggi secondo lei ci vorrebbe una religione che avesse il coraggio di ammettere apertamente che la salvezza non è per tutti. Il che, credo, non va preso tanto come una posizione filosofica quanto come uno schiaffo alla società di massa che tutti eguaglia e discolpa. Non per caso - nulla o quasi è per caso in questi racconti - Texel Textor viene dall'Olanda, terra di giansenismo. Ma qual è il messaggio di questo thrilling che mette a confronto coscienza e rimozione e ha per protagonista un uomo medio, riuscito, dotato di potenti meccanismi di rimozione, potenziale (o reale?) assassino, con represse pulsioni omosessuali? Coscienza e memoria sono il nemico, il demonio che prima di affrontarci si è sistemato i capelli (vedi l'inizio), ma anche il desueto comandamento dell'antichità classica "conosci te stesso". Però questo bel manager in viaggio per affari non vuole saperne - sino alla fine.

Il nome Textor è una variante del Prétextat Tach, il premio Nobel assassino per amore di Igiene dell'assassino, il libro d'esordio del 1992: è anche lui uno di quei "personaggi testuali", di cui parla Nothomb, la "mia seconda voce che rifiuta e attacca il lirismo". C'è qualcosa di Borges in questo "il mondo è un testo", e con questo testo o tessuto di pura fantasia Nothomb va all'attacco dei falsi sentimenti.

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Conosci l'autore

Amélie Nothomb

1967, Kobe (Giappone)

Scrittrice belga. Figlia di un ambasciatore membro di una delle famiglie più in vista del suo paese ha trascorso l'infanzia in Giappone, per poi trasferirsi in Cina al seguito del padre diplomatico.I suoi libri hanno ormai conquistato milioni di lettori e fans appassionati. L’esordio a soli ventitré anni con Igiene dell’assassino, cui ha fatto seguito, ogni anno, un romanzo accolto con identico successo. Laureatasi, decide di ritornare a Tokyo per approfondire la conoscenza della lingua giapponese studiando la «langue tokyoïte des affaires»: assunta come traduttrice in una enorme azienda giapponese, vive un'esperienza durissima che racconta in seguito nel libro Stupore e tremori, che riceverà il Grand Prix du Roman dell'Académie...

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