Consegnano alle stampe quello che con ogni probabilità è il loro miglior disco di sempre: un coacervo di rantoli bruttissimi e chitarroni slabrati, riconfezionato in un formato assolutament eindustrial noise, efferato ma sobrio, ababstanza efficace da mandarti a letto con la luce accesa una volta finito il minutaggio dell'album. Nel 2016. Pazzesco - Rumore
“Creatura” nasce come entità mutante, dalla lunga gestazione. Una volta nata, la sua diversità diventa il suo punto di forza. La sua unicità non è un limite: non le dà confini. È un album la cui originalità è mostruosa e colossale, una naturale evoluzione di quello che gli OvO avevano espresso con “Abisso”. Hanno esplorato le possibilità delle intersezioni tra il rock più estremo e l’elettronica, scavando nel profondo, e ora ne escono con questo parto proteiforme che li rende di nuovo incatalogabili, fuori da ogni scena e schema. Anche l’artwork riflette il percorso segnato dal sound dell’album, perché ispirato a simboli e iconografie antiche e senza tempo, dai sigilli alchemici alle carte divinatorie, ma con un tratto originale e indentitario.“Creatura” è stato registrato da Lorenzo Stecconi in un capannone di solito utilizzato da compagnie teatrali, mixato dalle mani testosteroniche di Giulio Favero e messo in cassaforte dal mastering di Giovanni Versari. Stefania Pedretti si è occupata, oltre che di cantare e suonare la chitarra, di catturare alcuni field recordings in loco durante il tour degli OvO in Vietnam. Bruno Dorella si occupa come al solito dei suoi pochi pezzi di batteria, dei synth e della composizione delle batterie elettroniche, su campioni assemblati da lui stesso e da Garaliya (ovvero i Morkobot), Riccardo Gamondi (Uochi Toki), Stefano Ghittoni (Dining Rooms), a034, Reeks (Surgical Beat Bros, No Hay Banda Trio, Germanotta Youth). Nella scrittura dei pezzi gli OvO hanno usato alcune metodologie della musica elettronica. In particolare tutte le basi di batteria e campionamenti di Bruno sono state prima suonate live e poi ricampionate scegliendo dei loop, in modo da riprodurre la meccanicità tipica dell’elettronica.
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