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Anno edizione: 2008
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Da leggere assolutamente.
"La biodiversità del nostro pianeta è ben più ricca di quanto si pensasse. Questa diversità sta scomparendo a un ritmo sempre più rapido a causa della distruzione degli habitat, operata direttamente dall'uomo o indirettamente dal cambiamento climatico in corso, a cui si aggiungono il proliferare di specie invasive, l'inquinamento e il sovrasfruttamento delle risorse naturali. Se queste forze scatenate dall'attività umana non vengono in qualche modo mitigate, potremo perdere fino a metà delle specie di piante e di animali sulla Terra entro la fine del secolo." Il grido d'allarme, appassionato e inquietante, che si alza da queste pagine di Edward O. Wilson (grande entomologo, per decenni titolare di una cattedra di biologia ad Harvard), non solo rende il lettore consapevole delle sue responsabilità individuali di fronte al mantenimento dell'ambiente che lo ospita, ma gli fornisce una quantità sorprendente di informazioni, per lo più ignorate o volutamente censurate dal sistema mediatico asservito a un irresponsabile sviluppo economico. Che la nostra civiltà sia stata costruita sul tradimento della natura, che milioni di specie viventi scompaiano annualmente dal nostro pianeta, che l'acqua dolce non costituisca una riserva infinita, che le foreste pluviali siano a rischio estinzione, lo sappiamo più o meno tutti. Ma Wilson ci insegna in questo libro come l'uomo sia solo una delle molte specie animali esistenti sulla terra, e tra le più fragili e meno essenziali. Batteri, funghi, lombrichi, insetti dominano in assoluto rispetto alla ristretta nicchia naturale che ci ospita. E quindi è essenziale rieducare gli abitanti del pianeta a nuove regole di comportamento, responsabilizzando in questa indispensabile educazione ecologica collettiva governi, mezzi d'informazione e religioni. Altrettanto fondamentale è supportare culturalmente le sfide che attendono la biologia del terzo millennio, foriera di decisive rivoluzioni intellettuali.
"Salviamo la Creazione, e in tutte le sue forme! Un obiettivo minore non troverebbe giustificazione. Comunque sia sorta la biodiversità, non è stata posta su questo pianeta per essere cancellata da una sola specie. Né oggi né mai le circostanze potrebbero autorizzare la distruzione dell' eredità naturale della Terra. Possiamo a buon diritto essere orgogliosi del nostro status speciale, ma nella nostra capacità di cambiare il mondo dobbiamo conservare il senso della misura. Tutto ciò che gli esseri umani possono immaginare, tutte le invenzioni, tutti i giochi, le simulazioni, le storie epiche, i miti, i racconti e, sì, anche tutta la nostra scienza, è poca cosa in confronto a tutte le creazioni della biosfera. E' un fatto che la vita non umana ci ha preceduto su questo pianeta. Non sappiamo se ciò è avvenuto in un giorno preciso, come è scritto nella Genesi, ( direi molto improbabile ) o circa 3,5 miliardi di anni fa, come affermano le prove scientifiche. Resta il fatto che siamo gli ultimi arrivati. La biosfera dentro la quale è nata l' umanità ha avuto le sue crisi, ma è sempre stata un sistema perfettamente equilibrato e funzionante. E avrebbe continuato a esserlo in assenza di Homo Sapiens...". La questione non è se la Terra continuerà a vivere: la questione è se ci saremo anche noi . Basta dare un dato, molto significativo: se la specie umana si estinguesse porterebbe con sè soltanto tre specie di pidocchi che vivono esclusivamente sulla cute dell' uomo, e qualche specie di zanzara che si nutre di sangue umano. La gran parte degli scienziati è unita nel sostenere che il resto della biosfera, della vita animale e vegetale, non si accorgerebbe di niente...io credo, invece, che quel giorno si potrebbe ascoltare un immenso grido di liberazione da parte di Gaia. D'altronde, il grande etologo Konrad Lorenz sosteneva che l' anello di congiunzione tra la scimmia e l'uomo, siamo noi! Libro fondamentale. Ai genitori: leggetelo ai vostri figli.
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