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Anno edizione: 2018
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Indice
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Gli otto interventi raccolti in questo volume indagano in maniera diversa il ruolo che la cultura occupa nella società contemporanea, e in particolare quanto essa incida sul carattere e sul comportamento di un individuo, rendendolo più consapevole di sé e del suo agire tra gli altri. Sono saggi di consistenza e interesse differenti, alcuni esposti in termini discorsivi (essendo la trascrizione di conferenze), altri più meditati e specialistici. La cultura ci rende umani suggerisce nel sottotitolo (“Movimenti, diversità e scambi”) quali siano gli ambiti in cui gli autori situano le loro analisi. Nel primo contributo, Edoardo Albinati si interroga sul lavoro che svolge da più di vent’anni come insegnante di lettere nel carcere romano di Rebibbia, chiedendosi se i suoi studenti, adulti condannati per reati anche molto gravi, possano trarre vantaggio da quello che imparano, allontanandosi così dal delinquere e avvicinandosi invece alla bellezza della poesia e dell’arte. L’antropologo Stefano Allovio utilizza gli strumenti della paleontologia per sottolineare quanto la cultura abbia contribuito a plasmare l’umanità dalla preistoria: l’utilizzo della cottura dei cibi ha trasformato gli ominidi nell’homo sapiens, dando inizio al percorso millenario della civiltà. Altri saggi presenti nel libro in questione discutono sulla decentralizzazione della cultura occidentale in luoghi e tempi diversi, nell’utopia più o meno condivisibile di una culturalizzazione globale, in grado di superare frontiere geografiche e temporali. Paola Mastrocola ripropone le sue note tesi in difesa di una cultura che sappia mantenersi «ristretta, puntiforme e non nebulosa», in una scuola che insegni contenuti e non solo metodi e competenze specifiche utilizzabili nel mercato del lavoro. Marta Mosca ragiona infine sull’insorgere di preoccupanti chiusure ideologiche di fronte ai sempre più massicci fenomeni migratori e all’inevitabile meticciato antropologico e culturale che ne deriva.
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