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La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi. Con ebook
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cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi. Con ebook

Descrizione


In questo libro, otto autori di varie discipline si misurano con le sfumature, le contraddizioni, la rilevanza della cultura. O meglio, delle culture. Edoardo Albinati, Stefano Allovio, Jean-Loup Amselle, John Eskenazi, Vittorio Lingiardi, Paola Mastrocola, Marta Mosca, Adriano Favole.

Mai come negli ultimi anni la parola cultura è sembrata tanto opaca e fuori fuoco. Ostaggio delle istituzioni e dei ministeri, comodo bersaglio dei paladini del “popolo”, passe-partout di una promozione sociale tutt’altro che garantita e perfino categoria del marketing. Eppure, niente come la produzione di cultura caratterizza la specie umana; è la cultura a dare forma, insieme alla biologia, sia alla traiettoria evolutiva di Homo sia alle nostre esistenze individuali. Cultura è, citando Max Weber, la rete di significati in cui siamo immersi, una rete che ha preso forma ben prima dell’avvento del web. Se è vero che la cultura non salva nessuno, resta essenziale che la costruzione di persone più libere e società sostenibili passi attraverso un confronto col nostro variegato patrimonio culturale: certo questo comporta fatica, ma è proprio al verbo latino colere, “coltivare”, che va ricondotta l’etimologia della parola. In questo libro, otto autori di varie discipline si misurano con le sfumature, le contraddizioni, la rilevanza della cultura. O meglio, delle culture. Otto diversi sguardi sul mondo che l’uomo ha plasmato: dai nuovi paradisi museali di Abu Dhabi sotto la lente di Jean-Loup Amselle al racconto di John Eskenazi sull’origine dell’arte del Gandhara, passando per le questioni di genere e di discriminazione sessuale affrontate da Vittorio Lingiardi e le sfide che attendono la scuola del futuro secondo Paola Mastrocola. Scopriamo così, insieme a Edoardo Albinati, che si può leggere Dante a dei detenuti stranieri e percepire il lampo della loro intelligenza. Con Adriano Favole, che la cultura ha un peso: 50 kg per metro quadrato di crosta terrestre – l’ammasso dei manufatti umani degli ultimi undicimila anni. Che nella nostra storia mescolanze e migrazioni sono la regola, e non l’eccezione, come scrive Marta Mosca. E che da quando esistiamo non facciamo che modificare, incidere, produrre segni: «Non sono una capra», risponde un vecchio Mangbetu alla domanda di Stefano Allovio sul significato dei suoi tatuaggi. Come a dire: finché posso plasmarmi, sono un essere umano.
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Dettagli

2018
6 febbraio 2018
126 p.
9788851156985
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Indice

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I. Edoardo Albinati. La cultura come riscatto?
II. Stefano Allovio. Plasmare l'umano. Dalla preistoria ai riti di iniziazione
III. Jaen-Loup Ameselle. Il museo come nuova forma di narrazione culturale
IV. John Eskenazi. Il Buddha e Alessandro Magno
V. Adriano Favole. Sui limiti della cultura. Prometeo ai tempi dell'Antropocene
VI. Vittorio Lingiardi. Si nasce o si diventa? Come orientarsi tra generi e identità
VII. Paola Mastrocola. Scuola e cultura: sinonimi o contrari?
VIII. Marta Mosca. Umane mescolanze. Dopotutto, chi siamo?

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alida airaghi
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Gli otto interventi raccolti in questo volume indagano in maniera diversa il ruolo che la cultura occupa nella società contemporanea, e in particolare quanto essa incida sul carattere e sul comportamento di un individuo, rendendolo più consapevole di sé e del suo agire tra gli altri. Sono saggi di consistenza e interesse differenti, alcuni esposti in termini discorsivi (essendo la trascrizione di conferenze), altri più meditati e specialistici. La cultura ci rende umani suggerisce nel sottotitolo (“Movimenti, diversità e scambi”) quali siano gli ambiti in cui gli autori situano le loro analisi. Nel primo contributo, Edoardo Albinati si interroga sul lavoro che svolge da più di vent’anni come insegnante di lettere nel carcere romano di Rebibbia, chiedendosi se i suoi studenti, adulti condannati per reati anche molto gravi, possano trarre vantaggio da quello che imparano, allontanandosi così dal delinquere e avvicinandosi invece alla bellezza della poesia e dell’arte. L’antropologo Stefano Allovio utilizza gli strumenti della paleontologia per sottolineare quanto la cultura abbia contribuito a plasmare l’umanità dalla preistoria: l’utilizzo della cottura dei cibi ha trasformato gli ominidi nell’homo sapiens, dando inizio al percorso millenario della civiltà. Altri saggi presenti nel libro in questione discutono sulla decentralizzazione della cultura occidentale in luoghi e tempi diversi, nell’utopia più o meno condivisibile di una culturalizzazione globale, in grado di superare frontiere geografiche e temporali. Paola Mastrocola ripropone le sue note tesi in difesa di una cultura che sappia mantenersi «ristretta, puntiforme e non nebulosa», in una scuola che insegni contenuti e non solo metodi e competenze specifiche utilizzabili nel mercato del lavoro. Marta Mosca ragiona infine sull’insorgere di preoccupanti chiusure ideologiche di fronte ai sempre più massicci fenomeni migratori e all’inevitabile meticciato antropologico e culturale che ne deriva.

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