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Un libro sulla guerra d'Algeria, sulla storia politica francese del dopoguerra e sui vari personaggi francesi che hanno caratterizzato quei periodi oltre a Venner ovviamente. A parte qualche punto dove la tradizione, forse, poteva essere migliore io lo consiglio. Non ci sono foto e ci sono poche note, la copertina è di cartoncino rigido.
La vita di Dominique Venner è stata esemplare per una serie di motivi. L’esperienza formativa della Guerra d’Algeria, che lo vide impegnato poco più che adolescente falsificando i documenti per poter arruolarsi e continuò con la successiva attività di storico e militante della destra nazionalista transalpina nei movimenti Jeune Nation e Europe Action. La notorietà di “Dom” – come preferiva essere chiamato dai suo camerati – è tuttavia legata alla sua morte avvenuta il 21 maggio 2013 con il suicidio tramite un colpo di pistola che riecheggiò nella Cattedrale parigina di Nôtre-Dame. Cuore ribelle, scritto nel 1992, è il racconto della sua vita militante e della sua concezione del mondo e della politica che, coerentemente, lo ha portato ad essere uno dei più importanti intellettuali francesi dello schieramento nazionale. La sua opera e la sua figura si può riassumere nella formula del «soldato politico» e, per certi versi, può essere paragonata a quella di Yukio Mishima. Come lasciò scritto prima del suo tragico e definitivo gesto, Venner, sano di spirito e di corpo, si tolse la vita deliberatamente contro le ultime decadenze del mondo moderno (immigrazione di massa di origine extraeuropea e tramonto dei valori tradizionali, principalmente la famiglia). Come opportunamente recita il sottotitolo, la sua è stata una «via senza ritorno di un cavaliere moderno». Seppe affrontare la morte con dignità e coraggio perché come era solito affermare: «il valore di un uomo si vede da come sa morire» e, in questo, lo accomuna al romanticismo fascista della «bella morte». Questo è un libro consigliato a tutti, ma che andrebbe diffuso soprattutto tra le giovani generazioni in quanto testo formativo e di esempio per il mondo del 2020 dove i valori e gli ideali sono quasi del tutto tramontati e il vuoto del nichilismo e della «morte di Dio», già preconizzati nelle opere del più grande filosofo dell’epoca moderna, Frederich Nietzsche, hanno preso il sopravvento che sembra irreversibile.
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