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Dal nominalismo al platonismo ha vinto il secondo posto al bando "Opera Prima di Filosofia 2013" indetto dalla Consulta Filosofica Nazionale. Il nostro senso della realtà ci induce a credere che esistano non solo gli individui particolari che ci circondano ma anche le proprietà che essi esibiscono. Le attribuiamo, le descriviamo, le classifichiamo, le contiamo, le misuriamo, le identifichiamo, le distinguiamo e ne affermiamo l’esistenza. Qualora non fossero reali, di cosa mai parleremmo? Eppure, sin da Platone, la tradizione filosofica attesta come non sia facile determinare se e cosa siano le proprietà. Posto che esistano realmente, sono universali o particolari, eterne o contingenti? Si tratta di entità trascendenti o immanenti? E se invece non esistono, ha senso intenderle come illusioni concettuali, proiezioni linguistiche, o addirittura come riflessi dell’esistenza di mondi possibili diversi dal nostro, o pensieri appartenenti alla mente di Dio? La presente ricerca affronta questi ed altri interrogativi che si accendono attorno al bimillenario «problema degli universali» nel contesto filosofico contemporaneo.
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