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La Civiltà Occidentale ha poco o nulla in comune con la Civiltà Cristiana: non coincidono. La prima si è andata costituendo, a spese della seconda, nel corso dei secoli e il crollo dell’Impero Austro-Ungarico (1918), ha sancito la definitiva scomparsa di ciò che restava della Cristianità. In seguito, per vari motivi, la vittoria degli Alleati (1945) ha ulteriormente consolidato la trionfante Civiltà Occidentale. Una visione metastorica ci induce a pensare che, l’odierna “psico-socio-cultura” occidentale, si sia andata formando per tappe rivoluzionarie, tanto che è possibile affermare che essa sia figlia della stessa “Rivoluzione”. Dunque la Cristianità non esiste più e non mi stupisce che l’UE si sia rifiutata di riconoscere le sue “radici giudaico-cristiane”: le disconosce perché essa stessa è l’esito storico del ripudio della Civiltà Cristiana. Come, quando e perché si è affermata la Civiltà Occidentale a spese della Cristianità? Questo libro prova a rispondere a queste domande fornendo un’originale chiave di lettura, filosofica e teologica, della Modernità. In particolare, esso si sofferma sull’importanza della filosofia nel costituirsi della nuova “struttura della coscienza occidentale”. La nostra “forma mentis”, risultato dell’eclisse del pensiero cattolico, è l’esito di un graduale cambio di paradigma che ha portato a due esiti cruciali: la divinizzazione dell’uomo e la partecipazione di Dio al divenire. La tesi di Meinvielle, critico verso il giudaismo religioso, è che la gnosi, sovvertendo la Càbala giudaica, abbia finito col conquistare, attraverso questa, la weltanschauung europea. Il risultato di tale trionfo gnostico, attraverso la “càbalizzazione” della Cristianità, è la sovversione, sia dentro che fuori dalla Chiesa. Quest’opera, pubblicata per la prima volta nel 1970, è senz’altro impegnativa e, per poterla comprendere appieno, ritengo sia necessaria una conoscenza, almeno liceale, della filosofia.
Un classico. Una pietra miliare. Per chi vede la tragica fine che si appresta a fare la nostra civiltà, una speranza. Da leggere.
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