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Anno edizione: 2025
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Un romanzo che esplora le ombre della giustizia, la rabbia che si fa ideologia e la capacità umana di resistere e trasformare il dolore in consapevolezza. Un'opera che fonde suspense, profondità psicologica e grande intrattenimento, confermando, ancora una volta, la maestria di uno scrittore che non ha mai smesso di esplorare ciò che ci rende umani e ciò che ci rende mostri.
«Stephen King propone uno dei suoi vertiginosi intrecci: si parte con una lettera che annuncia una serie di delitti, due donne indagano. Non conta chi può essere il colpevole (il lettore lo sa dall'inizio) ma tutto il resto. Il maestro è tornato.» - Orazio Labbate, La Lettura
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È la storia, non colui che la racconta; la già nota Holly Gibney qui, in “Nerver Flinch” fa semplicemente da filo conduttore in più vicende, ognuna a sé stante, ma è lei stessa un filo di diamante, una pietra preziosa. Un bel zaffiro per esempio è l’ispettrice di polizia Izzy Jaynes, desiderosa di mettersi sulle tracce di un pericoloso serial killer, e costretta invece suo malgrado per amor patrio ad impegnarsi negli allenamenti mirati a disputare al meglio un’accesa partita di baseball. È un rubino fiammeggiante Kate McKay, l’equivalente americana di una nostra giovane Emma Bonino ante litteram, un’ardente attivista che gira stati e città impegnata in prima persona, e a rischio della propria incolumità, in seguitissime conferenze in difesa dei diritti di ogni donna di decidere in libertà e coscienza del proprio corpo, della propria vita, e del frutto del proprio concepimento. È uno splendido opale nero Sista Bessie, una famosa cantante di colore, una Whitney Houston prestata al gospel, in giro per una fortunata tournée che sa di nostalgica rentrée, dal gusto vintage, ed alla grande, trattandosi di una donna avanti con gli anni e che con gli anni ha imparato che se i cani ululano alla luna, è perché vedono cose che gli altri non possono vedere. Sono perle le indagini su un giustiziere, un tal Trig fuori di testa e che uccide a caso, proprio per questo difficile da individuare, un presunto paladino degli errori giudiziari che fa strage di innocenti in numero pari a quelli dei giurati di una giuria. Sembra di rivedere una sorta di revival in salsa kinghiana di “La parola alla giuria” oppure “Assassinio sull’Orient Express” o di “Dieci piccoli indiani”di Agatha Christie, giusto per farvi capire, insomma uno fissato che gli innocenti devono pagare, pensate un po'. Un pazzo che uccide degli innocenti al posto dei giurati. Tutto questo, semplicemente, è Stephen King.
Dopo l’orrorofica avventura precedente, King prosegue con uno dei personaggi che gli sono riusciti meglio, Holly, la detective improbabile (a vederla), armata soprattutto del suo cervello. La storia è un thriller in piena regola: al posto delle “solite” creature soprannaturali il Re ci ricorda che il “vero” mostro, la creatura di cui avere davvero paura è (sempre e solo) l’uomo. A essere fuori di testa non sono infatti soltanto i due criminali coprotagonisti, ma anche quelli non descritti, che rimangono sullo sfondo, dai fanatici religiosi ai tifosi di quella che dovrebbe essere una partita amichevole, poliziotti contro pompieri. E anche senza sfociare nella follia, che dire della pletora di ipocriti, falsi, indifferenti, superficiali? Libro ben scritto, anche se nutro dubbi su alcune scelte del traduttore.
Ottimo libro anche se il finale è un po' frettoloso ( e a dire la verità anche un po' scontato). Non dò il massimo perché non riesco a farmi piacere i personaggi di Mr. Mercedes. Holly e i Robinson non mi vanno a genio.
Recensioni
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