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Anno edizione: 2019
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In questo saggio Stephen King accompagna il lettore alla scoperta del cinema e della letteratura horror, che hanno esercitato su di lui un fascino irresistibile, da quando, a sette anni, vide al drive in "Il mostro della laguna nera". Un ruolo fondamentale ebbero anche i racconti radiofonici di fantascienza sulle invasioni marziane nei primi anni '50. I mostri di fantasia sono la personificazione delle nostre paure più profonde e ataviche e al tempo stesso ci liberano dai timori reali, poiché sappiamo che non sono veri. L'invasione aliena è negli anni '50 in America la metafora del paventato attacco sovietico, il raggio della morte, della bomba atomica. C'è la paura istintiva x ciò che è diverso, il timore primordiale del buio, ma soprattutto, il terrore della morte, l'inconoscibile x definizione, e di tutto ciò che a essa è collegato. Nel racconto horror ciò che viene taciuto è più terrificante di ciò che è descritto, perché la nostra fantasia dà ad esso la forma dei nostri incubi. Non mancano spunti polemici verso i registi che cambiano la trama dei libri cui s'ispirano, verso i critici che danno un'interpretazione freudiana dei racconti horror, verso i giornalisti che accusano gli scrittori pulp di ispirare crimini. Il saggio è un bellissimo corso a livello universitario per studenti di letteratura americana, che presume però la conoscenza di libri e film che la maggior parte dei lettori europei ignora. Per questo, pur restando apprezzabile lo stile di King, il volume è meno intrigante dell'altra opera del Maestro dedicata al "mestiere di scrivere", "On Writing", che contiene più tratti autobiografici e consigli pratici universali x aspiranti scrittori e non solo. Alla fine della lettura è difficile ricordare il contenuto di "Danse macabre", che resta un volume x addetti ai lavori, o per chi vuole leggere tutto, ma proprio tutto, di King.
Rileggo il volume che in America e' uscito nel 1981 e da noi solo nel 2000. Bello soprattutto per chi - come me - e' coetaneo di King e percio' ricorda, soprattutto, tanti film citati che anch'io ho visto da ragazzino (pellicole di serie C, altro che B) e che rimangono ancora nella mia memoria, anche se sono spariti dalla circolazione da mezzo secolo. Il bello del libro e' proprio questo vagare da un libro ad un fumetto, da una trasmissione televisiva ad un film. Il brutto, ma solo per il lettore europeo, il continuo riferimento a personaggi televisivi o a raccolte di figurine (!) che nessuno di noi ha mai visto e conosciuto, che facevano parte della "cultura" degli anni '50 del XX secolo. Un po' l'atmosfera di "Stand by me", il film tratto appunto da un racconto di King. E involontariamente - ma non troppo perche' l'Autore mi pare assai acuto e "nuovo" nei suoi commenti - appare una storia del cinema, della letteratura, della cultura dell'orrore (e del terrore) della quale non si puo' piu' fare a meno, una volta letta. Anche perche' in giro c'e' poco assai.
Ho comprato quest'opera perchè mi sono proposto tanti anni fa di comprare ogni libro del Re che fosse uscito. Sapevo che non era un romanzo, ma un libro di saggi, il primo e unico di King, ma non mi sono scoraggiato e ho letto ogni sua pagina con lo stesso piacere con cui ho letto Carrie o It. Lo stile di King affascina sempre, di qualunque argomento tratti, ma leggere i tributi che l'autore elargisce ai suoi autori prediletti, quelli che l'hanno formato come scrittore, è qualcosa di incomparabile. Oltretutto King suggerisce alcuni libri che sono delle perle della letteratura, non solo horror, ma universale. E per chi vuole conoscere un pò della vita del re dell'horror, questo libro è indicato per i suoi frequenti richiami alla sua infanzia e adolescenza.
Recensioni
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