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Personaggio leggendario del noir italiano, il Gorilla è tornato in pista, in un viaggio al termine della notte che svela la schizofrenia di questo tempo marcio, ammantato di promesse scintillanti, inchiodato alle ingiustizie di sempre.
Disturbo Dissociativo dell’Identità. Il Gorilla ne soffre sin da bambino, ma col tempo ha imparato a farci i conti. Se ne sta ad Amsterdam, in una casa galleggiante, a stipulare tregue con il suo alter ego grazie alle proprietà terapeutiche della marijuana. Ma il Socio, il doppio in agguato, quello freddo, spietato, letale, torna ancora a pulsare dietro la piastra di acciaio chirurgico che il Gorilla si ritrova sulla fronte, messa a tappare un foro da proiettile dieci anni fa, quando gli hanno sparato in testa. Rientrato a Milano per la morte di un amico, tra dropout e vecchi militanti di sinistra, imprenditori e pretoriani del decoro urbano, il Gorilla dovrà fare i conti col passato, misurare il peso delle sconfitte collettive, tenere a bada il Socio e vedersela con la metropoli del dopo Expo, la metropoli – smart e friendly – che cambia ogni giorno, vendendosi ogni volta un pezzo di anima.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Le prime due avventure del Gorilla mi furono regalate, mi piacquero e comprai le altre due e ora ho letto quest'ultima. Dopo 5 romanzi posso quindi affermare di essere una fan di questo personaggio troppo simpatico! Se ci saranno altre avventure le leggerò.
Non posso proprio tenere per la chiusa '... e poi c'è Milano'; devo dirlo subito, numero uno perché è il motivo principale che mi ha attirato verso questo libro non sapendo nulla di Dazieri, numero due perché a Milano mi sono sempre sentita accolta e coccolata e ci torno, anche in letteratura sebbene questo titolo ne mostri il lato cupo, sempre volentieri. Detto ciò, il Gorilla è una gran pellaccia; dura e tormentata: «Mi hanno sparato in testa. È una buona cura contro il romanticismo.» Una specie di Hap & Leonard tutti e due ficcati dentro la stessa persona: un chiaro caso di disturbo dissociativo dell'identità, in cui la prima cerca bene o male di tenere il controllo e una direzione socialmente accettabile e vivibile, mentre la seconda, dopo ogni sua sortita, ritorna alla base sbrindellata e sanguinolenta: una specie di gorilla, appunto, dai modi da killer, ma dotato di un gran senso della giustizia. Certo, la storia non è originale; d'altronde è da Omero che più o meno le storie si ripetono; la differenza la fa la penna, e quella nerastra di Dazieri - sarà anche perché negli anni ho prestato poca attenzione a Jekyll&Hyde e a Chandler - pungente e squisitamente macabra, posso dire che non mi è affatto dispiaciuta. La condizione è quella della mano destra che non sa cosa combina la sinistra, di cercarne la logica e riparare agli eventuali danni; roba da perderci il senno, ma i Nostri convivono da sempre, ormai si conoscono e si vogliono persino bene.
C'è una novità non da poco in questo ritorno del Gorilla ed è che con il Socio non c'è più comunicazione con riassunti scritti durante le reciproche assenze,quindi il Socio è di fatto incontrollabile e gli angoli bui della storia si moltiplicano mentre il filo del rasoio su cui corre Sandrone è sempre più affilato e mortale. Atmosfere più cupe del solito,violenza a volte estrema,umanità varia perduta e marcia, Gorilla che in parte assorbe la personalità del Socio e per il resto ne perde completamente il controllo. Dialoghi essenziali e crudi,alla Chandler. Un ottimo ritorno di uno Scrittore che finalmente è riparte dal suo filone originale dopo essersi perso in alternative banali e noiose.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
“Tutti hanno un Socio cui delegare, anche se capita di rado che sia rompicazzo come il mio.” In effetti Sandrone il Gorilla ha un Socio di tutto rispetto che, in quanto a causargli rogne, se la cava in maniera egregia. E anche in questo nuovo romanzo lo ficca in situazioni imbarazzanti e pericolose.
Sono passati diversi anni, era il 1999, dalla prima avventura del Gorilla, nato dall’estro creativo di Dazieri. Ora il Gorilla vive ad Amsterdam, su una casa galleggiante, con la sua placca di titanio nel cranio, ricordo tangibile di una pallottola. Torna a Milano per la morte di Albero, uno dei suoi più cari amici e da lì parte l’indagine tra un capannone industriale bruciato e un vecchio macchinario per radiografie, tra un ex prefetto, il Ferolli, che è da vent’anni che cerca di mandare il Gorilla in galera e un “Circo” che aiuta illegalmente i disperati.
“Vedendo che mi avvicinavo, Ferolli scese dalla macchina aiutato dal suo guardaspalle. Con gli anni era diventato secco e smunto, ma compensava con abiti di alta sartoria che gli davano un’aria elegante. Ma bastava guardare la sua espressione da ratto famelico dietro le lenti scure da vista per capire chi fosse.”
La voce narrante è sempre quella del Gorilla, l’unico di cui seguiamo in diretta le azioni passo-passo. Del suo Socio ci dobbiamo accontentare di vedere solo le conseguenze subite dal Gorilla stesso e assistere all’eterna lotta tra le due personalità, una istintiva, ironica e poco avvezza alla violenza, l’altra fredda, spietata, letale. E nel conflitto tra ragione e sregolatezza è difficile stabilire chi sia il vincitore.
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