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Anno edizione: 2017
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"Le bambole senza testa" conclude in modo impeccabile una trilogia che ci ha portati sull'orlo dell'Abisso, una trilogia che profuma di Zolfo ed in cui l'umanità dei vari personaggi (io ne ho menzionati solo alcuni, ma ce ne sono altri che si meriterebbero interi paragrafi) si fonde e confonde con l'elemento soprannaturale e ci fa riflettere su chi siano in realtà i veri Mostri e su quanto il nostro vissuto, le nostre esperienze passate finiscano inevitabilmente per influenzare non solo la nostra vita e quella di chi ci sta vicino, ma anche le vite di chi avrà la fortuna/sfortuna di incrociarci lungo il percorso della propria esistenza. Potrei dire di più, ma non lo farò ... si conclude un ciclo ed è giusto che assaporiate in prima persona quello che Di Orazio ha voluto donarci con quest'ultima prova autoriale.Ho letto in giro che qualcuno avrebbe voluto che questo terzo romanzo fosse più lungo ... Io penso che anche solo una pagina in più sarebbe stata troppo. La bravura di un autore come Di Orazio sta anche nel sapersi fermare, oltre che nel saper dosare sapientemente crudezza ed ironia, riuscendo a strapparci un sorriso anche in quelle ultime otto righe prima della parola FINE. Cosa mi resta (capirete leggendo i romanzi): - Debbi nel cuore e nell'anima, il più bel personaggio dell'Universo Femminile dipinto da Di Orazio; - le tracklist; - un profondo desiderio di assaporare le polpette al sugo di mamma Assunta - l'odore di zolfo - la spigolosa ed eterea presenza di Padre Sebastiano - la potenza di Ribes - l'essenza di questa frase (pag. 9 di Debbi 3): "E' successo che ci siamo reciprocamente letti e specchiati la vita. Scritta, per dirla come piaceva a lei, sulla polvere aliena colorata delle iridi"
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