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Anno edizione: 2012
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Franzinelli si occupa dei delatori, categoria che durante il fascismo si era sviluppata in modo incredibile; ricchi e poveri, laureati e quasi analfabeti, persone in vista e sconosciuti, insomma un campionario variegato di persone di notevole bassezza morale ha aiutato la dittatura per cattiveria, per invidia e anche per il vil denaro. Il fenomeno delle delazioni scoppiò, arrivando a livelli incredibili a partire dall’anno 1926 allorché uscirono nuove leggi liberticide per chi esprimeva il suo dissenso o si lamentava dell’andazzo. I provvedimenti contro gli ebrei poi furono la classica ciliegina sulla torta, con migliaia di israeiiti oggetto di delazioni, visto che ai tradizionali motivi si aggiungeva anche quello razziale. Si segnalava anche per avanzamenti di carriera, per evitare la galera per reati comuni, per avere un trattamento di riguardo qualora arrestati per motivi politici. Il regime era contento, perché così poteva stringere il cappio intorno al collo degli oppositori e tutti vivevano in una specie di timore indotto dalla possibilità di essere oggetto di delazione. Mimmo Franzinelli scopre con questo testo un comportamento vergognoso di tanti italiani e se è vero che non pochi aiutarono gli ebrei e i partigiani, è altrettanto vero che tanti li denunciarono all’autorità di polizia. Insomma non si trattò di casi sporadici, ma i delatori furono una moltitudine, fra cui non pochi insospettabili sia per l’attività svolta, sia perché ben capaci di nascondere il viscido tipico di questi soggetti. Mimmo Franzinelli ha parlato con la consueta capacità del fenomeno dei delatori, sulla base di un vastissimo materiale che dà la misura del problema; ne è uscito un saggio di pregevole fattura. Da leggere, senz’altro.
Chi è il delatore? Il dizionario Treccani così dice: “Chi per lucro, per vendetta personale, per servilismo verso chi comanda o per altri motivi, denuncia segretamente qualcuno presso un’autorità giudiziaria o politica, soprattutto qualora eserciti abitualmente tale attività.”. Quindi si tratterebbe di omuncoli, almeno nella maggior parte dei casi, e sono personaggi sempre esistiti, ma che fioriscono in modo incredibile durante le dittature e sotto le dittature sono essenziali per il regime, tanto più che presentano il vantaggio per chi comanda di poterli ricattare perché ben di rado riescono a mantenere l’anonimato. Franzinelli si occupa di questa categoria che durante il fascismo si era sviluppata in modo incredibile; ricchi e poveri, laureati e quasi analfabeti, persone in vista e sconosciuti, insomma un campionario variegato di persone di notevole bassezza morale ha aiutato la dittatura per cattiveria, per invidia e anche per il vil denaro. Il fenomeno delle delazioni scoppiò, arrivando a livelli incredibili a partire dall’anno 1926 allorché uscirono nuove leggi liberticide per chi esprimeva il suo dissenso o si lamentava dell’andazzo. I provvedimenti contro gli ebrei poi furono la classica ciliegina sulla torta, con migliaia di israeiiti oggetto di delazioni, visto che ai tradizionali motivi si aggiungeva anche quello razziale. Si segnalava anche per avanzamenti di carriera, per evitare la galera per reati comuni, per avere un trattamento di riguardo qualora arrestati per motivi politici. Il regime era contento, perché così poteva stringere il cappio intorno al collo degli oppositori e tutti vivevano in una specie di timore indotto dalla possibilità di essere oggetto di delazione. Mimmo Franzinelli scopre con questo testo un comportamento vergognoso di tanti italiani e se è vero che non pochi aiutarono gli ebrei e i partigiani, è altrettanto vero che tanti li denunciarono all’autorità di polizia.
Bellissimo come tutti gli altri libri che ho letto di Franzinelli, dieci e lode !
Recensioni
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