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Dall’autore di Il regno dell’Uroboro, Risa e La costituzione e la bellezza (con Vittorio Sgarbi), un saggio lucido e sferzante che mette in luce tutte le incongruenze, i cortocircuiti, le manchevolezze e i paradossi di un sistema democratico che, per essere rimesso in sesto, va prima analizzato e compreso.
Demofollia è frutto di trent’anni di riflessioni, articoli, interventi sui paradossi della democrazia italiana, che ora come mai sono esplosi. Filo conduttore è la descrizione del paradosso della democrazia italiana, che deriva dal pessimo rendimento della politica, dai suoi umori volatili e incoerenti, dallo “sguardo corto” con cui viene amministrata la cosa pubblica. Michele Ainis compone un glossario di quelle parole così abusate e così controverse: asilo, legittima difesa, sovranismo, autonomia, bilancio, fake news, ius soli, legge elettorale, paura, poltrone, razza, sicurezza, utopia, terza repubblica.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
di un buon taglio divulgativo, accattivante il titolo
Lettura densa di spunti interessanti, il libro si compone di una selezione degli editoriali del noto costituzionalista da cui emerge una critica puntuale e amara su diversi temi. In uno di questi Ainis critica i nuovi leader osservando che la loro “comunicazione politica” è “dominata da messaggi rozzi, semplificati, demagogici… sono diventati populisti senza sforzi… un’inclinazione naturale” Nell’editoriale “Maestri” sostiene che i politici odierni non hanno maestri e non hanno cultura, “Il primo gabinetto Conte aveva tra le più basse percentuali di laureati dal 1946” e subito arriva l’osservazione che i due vice capo di gabinetto non avevano la laurea.... “nei luoghi in cui si esprime la classe dirigente di rado prevalgono i migliori”
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