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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2017
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Mi sono avvicinato al romanzo con molta esitazione, sapendo che le 700 pagine sarebbero state difficili da digerire, la recente lettura de “Il giocatore” mi aveva però invogliato a passare a qualcosa di più corposo. Purtroppo è stata una delusione. Per prima cosa si tratta apertamente di un romanzo basato su una tesi specifica ovvero che l’origine del movimento rivoluzionario in Russia ha le sue radici nel liberalismo filo-occidentale di certi intellettuali e dal distacco dell’aristocrazia dalle tradizioni del popolo. La reale organizzazione rivoluzionaria di Necajev, scoperta dalla polizia, mentre il romanzo veniva scritto, diede poi lo spunto allo scrittore per la visione “demoniaca” dei cospiratori, anche se l’indagine storica ha dimostrato che la maggioranza dei rivoluzionari del tempo avevano caratteristiche molto più positive di quelle descritte nel romanzo. Essendo costruiti su una tesi i personaggi mi sono sembrati troppo netti, quasi personificazioni di certi tipi umani e quindi non del tutto credibili. Fa eccezione a questa categoria Stavrogin, in quanto marchiato di un male assoluto, ma contemporaneamente spinto da impulsi contraddittori verso altri lidi. Aggiungo poi che la lunghezza del romanzo mi è sembrata eccessiva e se buona parte dell’ azione si svolge nella seconda metà del libro, in generale il ritmo è un po’ lento in tutta la vicenda. La descrizione particolareggiata della festa, gli incontri notturni di Stavrogin sono tutte parti in cui l’autore mostra la sua maestria di narratore, ma lasciano un certo senso di artificiosità proprio perché tutto sembra essere diretto a dimostrare la tesi preordinata.
bellissimo libro ma all'inizio un pò troppo pesante dopo la consueta maestria
questo libro ricchissimo semplicemente "dà", dà davvero molto sul piano storico, politico, religioso e filosofico! il romanzo inizia a farsi interessante dopo circa 150 pagine, penso che l'autore ponga questa tortura di proposito, per selezionare la tipologia di lettore; la "scrematura" è il classico vizietto di dostoevskij, quindi per chiunque leggesse questo mio commento e fosse agli inizi della lettura, consiglio di munirsi di sacra pazienza..! passata la barriera iniziale, poi è tutto un godimento: ogni capitolo può dare lo spunto necessario a numerose riflessioni, pensieri, idee..i demoni è un romanzo di un'attualità sorprendente, l'analisi della società segreta, della forza che sta nelle idee della nuova gioventù nichilista, la descrizione della componente nobile della società, varvara petrovna, giulja michaelovna, lembke.. del cedimento dell'elite di fronte al ribollire dei moti rivoluzionari..la russia come ultima chance per la vera rivoluzione socialista, al contrario dell'europa, dove tutto è clamorosamente fallito..dostoevskij in questo ha una lungimiranza che ha dell'incredibile, prevede la rivoluzione proletaria del 1917! da brivido (seppur troppo esasperate, dato il rancore!) le descrizioni minuziose dei componenti del quintetto diabolico e delle loro perversioni..personalmente non riuscirò mai a scordarmi di Kirillov, l'unico personaggio a mio avviso, che nella follia (ma in fondo, cosa è follia e cosa no?) ha un'idea davvero mirabile, il discioglimento dell'unico vincolo che lo separa dal totale arbitrio e che lo farà diventare dio: l'uccisione di sè stesso. complimenti a dostoevskij, si è rivelato essere di nuovo un genio - p.s. personalmente ho letto l'edizione einaudi, contenente "la confessione di stavrogìn", capitolo 9 intitolato "da tichon"..consiglio di controllare la presenza di tale capitolo, visto che è stato reso pubblico solo nel 1922 e che non è contenuto in tutte le edizioni (tipo in quelle economiche..)
Recensioni
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