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Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile?
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Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile? - Ivan Illich - copertina
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Descolarizzare la società. Una società senza scuola è possibile?

Descrizione


La scuola obbligatoria, la scolarità prolungata, la corsa ai diplomi, l'università di massa: differenti aspetti di quel medesimo falso progresso che consiste nella preparazione di studenti orientati al consumo di programmi scolastici e di merci culturali studiate per imporre il conformismo sociale, l'obbedienza alle sue istituzioni e ai suoi manager. Anche la strutturazione del profilo degli insegnanti, per promuovere una didattica basata sul modello della trasmissione delle conoscenze, ha lasciato l'uomo della società dell'informazione e dei consumi privo di strumenti e ancora più esposto al rischio di una mistificazione strumentale delle sue qualità migliori. A tutto ciò, Ivan lllich aveva opposto la sua visione, una quarantina di anni fa, con un testo che è una pietra miliare del pensiero occidentale alle prese con la grande trasformazione culturale e tecnologica in atto. E con un'idea di scuola ben precisa. Descolarizzare la società vuol dire, per il suo autore, sostituire un'educazione autentica ai rituali dell'educazione di massa per imparare finalmente a vivere attraverso la propria vita e nell'incontro con l'altro. Non sì tratta solo di una rottura radicale e necessaria con un sistema di poteri e di saperi, ma di restituire all'uomo il gusto di inventare, creare e sperimentare la propria vita partecipando alla sfida della vivibilità del pianeta in questo tempo.
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Dettagli

2009
Libro universitario
156 p., Brossura
9788884839794

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Mattia
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Stupendo e visionario, un pilastro del pensiero illichano. La critica è attualissima sia perché è dalla (e con la) scuola che è possibile plasmare il futuro - migliore, possibilmente (“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.” cit. M. Montessori), sia perché abbraccia in realtà molti aspetti della "modernità" che vanno ben oltre la scuola: modernità disumanizzante e anestetizzante in cui l'autore aveva già perfettamente visualizzato le potenzialità e il percorso indirizzato inesorabilmente alla distruzione dell'ecosistema e dell'Uomo stesso, inteso come essere indipendente e autodeterminato. In quest'ottica la scuola, almeno quella degli ultimi 50 anni, non è altro che una fabbrica di piccoli produttori/consumatori diligenti che si impegneranno per produrre sempre di più col solo fine di consumare sempre più velocemente i prodotti stessi del loro lavoro e le risorse della terra, mentre i grandi consumatori si contendono lo sfruttamento di quanto è inestimabile: l'aria, l'acqua, gli oceani, le foreste, il sottosuolo. Di questo ha bisogno la società del consumo e così anche i programmi scolastici diventano merce da consumare, sempre più obbligatoriamente. Questo modello di "sviluppo", che incidentalmente insulta continuamente e con violenza sempre maggiore la Madre Terra, viene inculcato fin da piccoli, viene giustificato e viene spacciato come l’unico possibile, rendendo di fatto psicologicamente impossibile ai più muovere qualsiasi critica esterna al paradigma produzione/consumo/sfruttamento. Se vogliamo vedere questo libro come una profezia allora si è avverata in pieno: il mutamento antropologico è ormai in uno stadio avanzato. Uno dei testi più ricchi e profondi che io abbia mai letto.

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Zio
Recensioni: 5/5

Una profezia sulla perdita di ogni utilità dei sistemi di istruzione istituzionali, che pian piano si sta avverando. Ogni diffusione di conoscenza che sia veicolata in relazioni asimmetriche e gerarchizzate dall'adulto a svantaggio del bambino/sottoposto è destinata a deteriorarsi mettendo in luce la violenza ed il sopruso perpetrato a danno dei più deboli, ovvero la sua intima essenza.

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Il libraio di Firenze
Recensioni: 5/5

La teoria della descolarizzazione proposta da Ivan Illich quarant'anni fa consiste nell'eliminazione dalla società di qualsiasi tipo di istruzione formale e istituzionale che, invece di favorire nell'individuo lo sviluppo di una propria personalità e senso critico, crea una massificazione della cultura, assoggettata al potere e agli interessi economici. Una tesi attuale se si pensa al prodotto dell'università di massa sulla nostra società, tanti laureati e nessun lavoro.

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Ivan Illich

1926, Vienna

Nacque a Vienna da padre croato e madre ebrea sefardita. Sin da bambino si dimostrò estremamente ricettivo e versatile: conosceva l'italiano, il francese e il tedesco e poteva parlare questi idiomi alla stregua di lingue madri. Imparò in seguito il croato, il greco antico e lo spagnolo, il portoghese, lo hindi e altri idiomi.Prestò servizio come assistente parrocchiale a New York. Nel 1956, fu nominato vice-rettore dell'Università Cattolica di Porto Rico, e nel 1961 fondò il Centro Intercultural de Documentación (CIDOC) a Cuernavaca in Messico, un centro di ricerca che realizzava corsi per i missionari del Nord America.Ordinato sacerdote a Roma nel 1951 e attivo nelle diocesi di New York, Ponce (Puerto Rico) e Cuernavaca (Messico), interruppe volontariamente...

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