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Anno edizione: 2005
Anno edizione: 2003
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Di questa vita menzognera è il romano par excellence di Montesano. Vi si ritrova anzitutto una atmosfera che ancora oggi permane, che è quella relativa allo spirito del nostro tempo: La credenza, confermata da media e affini, che si possa comprare tutto anche la bellezza. L'occhio e la voce narrante che ci guidano sono quelle di un personaggio interno alla storia, ma non protagonista. Vediamo le cose dalla prospettiva dell'aiutante di Cardano. Cardano, protagonista invece, è un dandy ideologicamente disilluso. Quasi un reduce del passato che sceglie l'estetismo e il cortigianesimo come ultime armi di sopravvivenza. I Negromonte sono la famiglia "berlusconiana-gomorroide" che governa grazie al danaro la città. Il loro obiettivo e comprarsela e poi fanne una sorta di città-pubblicità. La forma più estrema e pericolosa di turismo, ossia, la svendita. Il dialetto è un elemento rilevantissimo del romanzo, che contrariamente al passato storico-letterario non è messo in bocca agli umili, ma proprio ai Negromonte, che a rigore dovrebbero appartenere alla classe sociale alta. La confusione deriva dal fatto che ormai non è più la cultura a fungere da ascensore sociale, bensì il solo denaro. Se sei ignorante, non fa niente. Ecco perché, il dialetto lussureggia tra le classi alte. Un romanzo interessante che coglie per esagerazioni, per iperboli, il grottesco stesso della realtà.
Un libro terrificantemente reale nella sua profezia visionaria. Una descrizione calzante dei pericoli dei nuovi tempi, in un crescendo narrativo che coinvolge e che mi ha fatto leggere questo libro tutto di un fiato.
Libro spiazzante? E infatti anch'io sono rimasto spiazzato...e se il voto non è alto, temo che la colpa sia più della società che dello scrittore, troppo presto sommerso da una realtà in rapida evoluzione. A mio avviso ai molti pregi posti nell'intuizione del libro, non corrispondono comunque nella realizzazione finale una pari capacità narrativa e elaborativa. Una volta delineati i personaggi e la trama, la sensazione è che l'autore fatichi parecchio a portarlo a complimento; spesso i capitoli paiono ripetere le medesime situazioni. Ma la cosa più spiazzante è che quello che potrebbe sembrare un affresco grottesco, apocalittico, satirico , scritto poco più di un lustro fa, oggi sembra solo una banale istantanea del presente. I protagonisti non appaiono più surreali o eccessivi, perchè i ritratti di Saviano sui Casalesi o le figure vomitate dai reality show e dalle cronache mondane e politiche superano di gran lunga le invenzioni narrative di Montesano, banalizzandone lo sforzo creativo. Un libro purtroppo non più su un domani prossimo venturo ma su un oggi ormai realizzato.
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