Il diavolo, certamente
Due filosofi in lotta per il Nobel, un partigiano tradito da un topolino, un ladro gentiluomo, un magistrato tratto in inganno dal giallo che sta leggendo, un monsignore alle prese col più impietoso dei lapsus, un bimbo che rischia di essere ucciso e un altro capace di sconvolgere un’intera comunità con le sue idee eretiche... E ancora: una ragazza che russa rumorosamente, un’altra alle prese con il tacco spezzato della sua scarpa, una segretaria troppo zelante, una moglie ricchissima e tante, tante donne che amano – tutte – con passione, a volte con perfidia, più spesso con generosità.
Ecco i personaggi che, insieme a molti altri, popolano le pagine di questo libro: un romanzo corale sui desideri e i vizi, gli slanci e le bassezze dell’umanità e insieme un perfetto marchingegno a orologeria. Più che perfetto: diabolico.
33 racconti di 3 pagine ciascuno: 333 e non 666, perché questo, come tutti sanno, è il numero della Bestia, e non si discute sul fatto che mezzo diavolo sia meglio di uno intero. Andrea Camilleri ha scritto racconti dal numero di battute incredibilmente congruente, che nel dattiloscritto consegnato alla casa editrice equivalevano esattamente a tre pagine l’uno. In ognuno di essi, il diavolo suggella la storia con il suo inequivocabile zampino: nel bene o nel male, a noi lettori l’ardua sentenza. Perché questi racconti, oltre a essere irresistibilmente divertenti, sono anche percorsi da una meditazione accanita e sottile sul senso delle umane sorti, del nostro affannarci per mentire o per apparire, della nostra idea di felicità; i due apologhi filosofici che aprono e chiudono la raccolta non sono che il disvelamento di una trama che sottende tutta la narrazione. E che fa di questo libro un assoluto gioiello: non solo una serie di variazioni musicali sull’eterno tema del male e del destino ma anche una “commedia umana” concentrata in pagine di fulminante, contagiosa energia. Perché un dettaglio luciferino può cambiare segno a una vita intera, ma proprio per questo quella vita – sembra dirci sorridendo Camilleri – vale sempre la pena di viverla senza risparmio.

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19/12/2015 09:29:39
33 mini racconti con situazioni incredibili...in ogni situazione ci può essere lo zampino del Diavolo...e
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02/07/2014 14:20:35
In questo libro Camilleri è scaduto molto: con la frenesia che ha probabilmente di pubblicare un libro quasi ogni mese non sa più cosa inventarsi.
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17/05/2014 17:27:19
Tra i tantissimi libri che ho letto di Camilleri è stato uno dei meno belli, sebbene condivido lo spirito riportato all'ultima di copertina: "Un dettaglio luciferino può cambiare segno a una vita intera, ma proprio per questo quella vita vale sempre la pena di viverla senza risparmio". Le storie sono troppo brevi e senza titolo; mi sono, pertanto, divertito ad intitolarle (potrebbe rivelarsi utile...): 1) I due grandi filosofi; 2) Quando si dice "Il caso"; 3) Una storia triste; 4) Il ladro e gli scippatori; 5) Lotto assassino; 6) Sfortunato Silvestro; 7) Il potere "Dell'Abiezione"; 8) Hazrel Divino; 9) Cervello malato; 10) Colleghi nemici; 11) Rancopatia guarita; 12) Il caco al sedere; 13) A saperlo...; 14) A pensar male, a volte, si sbaglia! 15) Applicare la legge... dei romanzi polizieschi; 16) Il refuso scioccante; 17) L'ultimo ritardo; 18) L'ascensore salva-matrimonio; 19) Ricordo letale; 20) La pittura di De Chirico; 21) Sospetti consigliati; 22) Il Dracula tradito; 23) La mamma determinata; 24) Più che fratelli...; 25) La parola di Berto; 26) Suicidio risolutore; 27) Amanti incrociati; 28) I bilanci della vita: meglio non farli!; 29) Il piatto detestato; 30) Il bottone mancante; 31) L'eco suicida; 32) Scorpioni giustizieri; 33) La questione della "doppia verità". Buona lettura!
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21/03/2013 22:35:24
Il tocco di un maestro si riconosce sempre. E Camilleri, maestro è, nel caso in questione, anche di sintesi. E' infatti apprezzabile come in questo libro di racconti divertenti e dal finale spesso a sorpresa, egli riesca ad affabulare l'interlocutore nonostante la brevità di trama. E i finali sono punture di spillo improvvise, sorprese che stupiscono e che ti pizzicano l'anima laddove non t'aspetti. E' capace, Camilleri, di trascinarti fra i culti misterici del mondo familiare dove mette il dito tra moglie e marito e solleva il coperchio dei rapporti tra un padre pentito ed un figlio egoista. Indaga poi, con irriverenza divertita, le rivalità puerili tra gli intellettuali e la vanagloria dei giornalisti. Il tutto sempre condito con quella ironia salata che non viene mai meno nelle sue figure di racconto. Se una cosa manca, tuttavia, in questi racconti, è la rinuncia al suo straordinario, fantasmagorico linguaggio: quell'idioma incuneatosi tra l'italiano e il siciliano che lo ha fatto protagonista assoluto della letteratura contemporanea di genere. Mancando questo, ai protagonisti viene meno l'acume tipico della provincialità "camilleriana" che fa dei "Montalbano" e dei "Catarella" personaggi indimenticabili e straordinari.
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30/11/2012 12:10:12
Ad essere sincera da Camilleri mi aspettavo di più. I vari racconti, inizialmente scorrevoli, alla lunga diventano un pò ripetitivi e a tratti noiosi. Più si va avanti con la lettura, più si ritrovano temi già affrontati nei capitoli precedenti.
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11/09/2012 11:33:57
Una serie di racconti in cui l'autore ci rivela la presenza quotidiana e beffarda del caso (o meglio...del diavolo...). Pochissimi i non riusciti, la maggior parte assolutamente da leggere e meditare!
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30/08/2012 14:12:47
Dopo questo ennesimo "pacco", chiudo ufficialmente con Camilleri, che considero ormai uno scrittore "scaduto". Quando ho comprato il libro ho pensato:"Questa è la tua ultima chance, mio caro Andrea", perché gli ultimi libri che ho acquistato, hanno rivelato un Camilleri che è divenuto la caricatura di se stesso, lasciando tra l'altro il sospetto che ormai scriva solamente per soldi, avendo chiaramente il vantaggio di essersi fatto un nome. In breve il libro può così essere descritto: 75% di beautiful, 25% di puro surrealismo della peggior specie, surrealismo che scade nel grottesco. Addio Camilleri
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13/06/2012 17:48:43
L'ho trovato molto originale per tre motivi principali: non è scritto in dialetto ma in italiano, questo contribuisce molto alla velocità ed all'effetto sorpresa finale dei racconti; Non sono veri e propri racconti, ma quasi degli embrioni attorno cui lo scrittore potrebbe intessere un racconto o un romanzo, quasi degli appunti, delle idee da sviluppare; Camilleri è straordinario nello stupire anche con poche righe e se a volte i finali sono scontati, spesso sono degli imprevedibili scherzi del destino.
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29/05/2012 10:13:48
"Uom dal multiforme ingegno" diceva Omero di Ulisse; cosa dovremmo dire noi di Andrea Camilleri ? Quantomeno "uomo dalla multiformi forme letterarie": provo ad elencarne qualcuna. A parte la godibilissima saga del Commissario Montalbano che continua a deliziarci da anni facendoci sperare che per lui non arrivi mai l'età della pensione, si va dalla favola ("Maruzza Musumeci"), alle storie di sesso ("Il tailleur grigio"), a quelle di mafia ("La rizzagliata"), al romanzo storico ("Il Re di Girgenti" e "Il nipote del Negus"), al romanzo epistolare ("La concessione del telefono" e "La scomparsa di Patò"), ai romanzi scritti a quattro mani ("Acqua in bocca"), alle storie della delinquenza dei colletti bianchi ("L'intermittenza"), agli innumerevoli articoli comparsi sui giornali. Mancavano ancora questi racconti brevi, esattamente di tre cartelle dattiloscritte. A parte la forma, è il contenuto di questi racconti ad intrigarci: è un fuoco pirotecnico di trovate sempre diverse concentrate nelle ultime righe che molto spesso ribaltano la verità costruita fino ad allora. Che cosa vogliamo ancora da Andrea Camilleri? Semplice: che continui a scrivere per noi e ci regali sempre nuove storie del genere che preferisce. Lasciamo a lui la scelta !
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02/05/2012 11:44:07
Il Camilleri di una volta dove era necessario conoscere un poco anche il siciliano non mi dispiaceva. A distanza di tempo ho letto questo libro e mi sono cadute le braccia, racconti insignificanti e certamente prevedibili dopo aver letto poche righe. Se è arrivato a questo è meglio che scriva meno libri ma a livello dei primi.
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27/04/2012 22:29:50
Al contrario di chi ha commentato prima di me, trovo questo libro eccezionale. Una sorta di piccola divina commedia come struttura, ovviamente senza troppe pretese. Un'idea geniale, a mio avviso e sviluppata magistralmente, soprattutto in alcuni racconti, quale ad esempio quello dei sicari e del bambino. Unica pecca, la stupida impaginazione che fa crollare la struttura sottostante. Camilleri è probabilmente l'unico scrittore italiano di gialli che valga la pena leggere e in questo lavoro non si smentisce, regalando 33 piccole chicche.
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19/04/2012 12:28:57
Camilleri mi appassiona e i brevi racconti su questo tema hanno suscitato la mia curiosita; stupisce la fantasia dell'autore nell'inventare storie cosi' diverse, ma non mi ha convinto. Inoltre se l'autore ha previsto TRE pagine esatte a racconto perché è stato impaginato in quel modo insensato!?!
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23/03/2012 10:50:33
Al momento dell' acquisto mi sembrava improbabile che un libro con una simile struttura potesse regalare qualche emozione, ma ho deciso di accettare la sfida... I racconti sono incompleti, scontati e spesso assurdi. Non mi è piaciuto.
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22/03/2012 23:02:10
storielle banali e prevedibili. Non mi spiego il motivo di una pubblicazione simile. Se lo avesse scritto un debuttante lo avrebbero cestinato senza appello. A Camilleri si perdona tutto, ma questa poteva davvero risparmiarsela. Peccato
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08/03/2012 12:11:35
Brevi racconti divertenti e ironici ...... per quanto tu possa programmare e organizzare il tutto lo zampino del destino e/o del caso è sempre in agguato!!!
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03/03/2012 16:40:31
Leggo Camilleri per affezione perché ultimamente mi sta deludendo non poco, ma adesso credo che stia abusando della mia pazienza e di quella degli altri lettori. Quello che mi chiedo, visto che non credo che abbia problemi di sussistenza e visti i risultati, è perché sforni un romanzo dietro l'altro... meglio sarebbe che pubblicasse solo quando fosse qualcosa di veramente bello.
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20/02/2012 11:43:48
Forse sono l' unico italiano ad essersi sempre rifiutato di leggere i vari capitoli della saga Montalbano. E forse sono l' unico italiano che non trova assolutamente nulla di interessante nello stile, se così possiamo definirlo, di Camilleri. Questo libro però l' ho letto incuriosito dall' idea dei 33 racconti di 3 pagine ciascuno. Ho pensato che fosse qualcosa di interessante e non banale da parte di un autore che non apprezzo, e quindi l' ho comprato e letto. Beh, l' esito direi che è tragicomico. Non so se ridere o piangere di fronte a quello che ho letto! Per scrivere 3 pagine e renderle interessanti per chi legge bisogna essere un grande autore, tipo un Philip Roth. E Camilleri non lo è. Storielle, bagatelle, piccole frivolezze che non lasciano il segno. E mi confermano nell' idea che bene faccio a non leggere nulla di questo autore.
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18/02/2012 21:40:04
Ho visto molti giudizi negativi, io invece devo dire che mi e' piaciuto,ognuno dei 33 racconti una pennellata che resta piacevolmente come una ciliegia appena colta
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11/02/2012 15:20:30
Parecchio deludente. L'idea era buona ma il imporre solo tre pagine penalizza molto e il fulmen in clausola spesso non riesce. L'idea che si ha è quella di avere davanti qualcosa di abbozzato.
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04/02/2012 21:05:14
Un Camilleri assolutamente irriconoscibile. E' inammissibile che uno che reputo tra i migliori autori contemporanei possa avere scritto qualcosa del genere. Resto incredulo.
