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Una mezza delusione. <br> Alcune idee sono buone, ma nel complesso risulta abbastanza slegato. <br> <br> Traduzione pessima (un esempio per tutti: in inglese Corporation non vuol dire "Corporazione" ma "Grande Azienda").
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"Errare è umano. Coprire l'errore è da fur(b)etti."
Con un'ironica e divertente incursione nel mondo del lavoro, Scott Adams ci illustra come si presenta, dopo il crollo della new economy , l'impiegato flessibile del nuovo millennio. E lo fa in una serie di brevi capitoli nei quali esemplifica il comportamento tipico del furbetto aziendale:
-dà (apposta) il numero di telefono sbagliato per confondere l'interlocutore;
-è abilissimo nel nascondere la propria incompetenza;
-comunica con grande efficacia (cioè parla a lungo per non dire assolutamente niente);
-adula i capi, frega i colleghi e sfrutta i collaboratori.
"Il modo più rapido per individuare un furbetto è quello di guardare la sua faccia luminosa. Viene subito dopo quello di cercare gente che guarda al futuro con sicurezza. Quando una persona emana un senso di sicurezza in tempi di grande incertezza, o è affetta da quella malattia mentale chiamata "leadership" o è un furbetto che cerca di farsi strada."
Se vi serve un elenco ricco e dettagliato di parole "di effetto", per stupire chi vi sta ascoltando, adatte a tutti gli usi, Scott Adams ve ne suggerisce una serie in un capitolo centrale del libro intitolato "parlare da furbetto aziendale", insieme ad un elenco di frasi da infilare in qualsiasi parte del discorso, adatte a qualsiasi uso. Ma oltre ai trucchi del furbetto aziendale, l'autore ci racconta anche della "filosofia del furbetto", della "mente del furbetto", dei "segni del furbetto" e perfino degli "insulti da furbetti". Con la sua impagabile ironia e le sue vignette cariche di umorismo, Adams ci sottopone una carrellata di "tipi", dal direttore generale al venditore e al marketing, ognuno con le caratteristiche che lo rendono riconoscibile. Perché riconoscere il nemico e capire come si comporta è importante, ma più importante è imparare a difendersi dai suoi subdoli attacchi.
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