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Adelphi (Piccola Biblioteca 86); 1979; Noisbn; 18 x 11 cm; pp. 275; Copertina flessibile con risvolti; A cura di Enzo Mandruzzato.; Leggeri segni d'uso e del tempoi alla copertina, dorso scolorito, interno pulito, lievemente brunito. Testo tedesco a fronte; Accettabile (come da foto). ; In una casa agiata di Francoforte, luminosa e circondata da un folto parco, il poeta assoluto dell'età moderna, Friedrich Hölderlin, allora ventiseienne, incontrò Diotima, il suo "amato amore". E subito scriveva: "C'è un essere al mondo presso il quale il mio spirito può e potrà indugiare millenni". Quell'essere, che per Hölderlin era Diotima, si chiamava per tutti gli altri Susette Gontard, ed era la madre del giovane Henry, a cui Hölderlin doveva fare da precettore. Così nacque non una storia d'amore, ma una storia che era l'amore. Le stupende lettere di Diotima, così perfettamente accordate nel timbro a Hölderlin, sono l'unica traccia immediata che ci rimane di quella vicenda, che ebbe una conclusione brutale, a cui seguì entro breve tempo la morte improvvisa di Diotima. Ma anche in un certo gruppo delle liriche di Hölderlin parla Diotima, e nel suo nome anzi si può dire che Hölderlin trovi per la prima volta la sua inconfondibile voce. Preceduto da un saggio di Enzo Mandruzzato, che ricostruisce in tutti i suoi passaggi quel grande incontro e quella straziata separazione, il presente volume offre in contrappunto le lettere di Diotima a Hölderlin, i pochi biglietti del poeta sfuggiti alla distruzione e, infine, le liriche di Hölderlin che a lei si rivolgono, o comunque appartengono all'"esperienza di Diotima", come le due valve di una meravigliosa, intatta conchiglia. ;
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